Identità siciliana e quel che resta del mondo
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GLI ULTIMI DUE LIBRI DI FRANCESCO BELLANTI, LO SCRITTORE E PROFESSORE DI PALMA DI MONTECHIARO
Sono usciti a poca distanza l’uno dall’altro, per Amazon, nelle ultime settimane, due libri del nostro professore Francesco Bellanti, versatile e talentuoso scrittore, poeta e saggista professore in pensione, siciliano di Palma di Montechiaro, il paese del Gattopardo, collaboratore di inFormazioneCattolica e di La Fede Quotidiana, della rivista italo-francese La Voce e di altri giornali culturali italiani, autore di ben 14 libri, molti dei quali recensiti anche nel nostro giornale, tra questi Storia scellerata, Il Cardinale e il labirinto di Dedalo, Il quadro di Stalin, Isabella Tomasi – La più grande dei Gattopardi, Dialogo con Adolf Hitler: Voci dal Nido dell’Aquila – Giorni d’estate a Berchtesgaden.
Il primo libro, DISCORSO SULL’IDENTITÀ SICILIANA, e altri saggi, prefazioni, articoli e note critiche su autori siciliani noti e sconosciuti pubblicati su riviste, giornali, social, (euro 15.60, 28 luglio 2024) nasce da vari interventi dell’autore sulla civiltà e sulla cultura siciliana, che infine ha unito in un saggio sull’identità culturale siciliana. Seguono altri saggi, prefazioni, articoli e note critiche su autori siciliani noti e sconosciuti pubblicati su riviste, giornali, social, che arricchiscono l’idea originaria dell’autore, e cioè il fatto che esiste, nel contesto della civiltà italiana, europea e mondiale, un’identità siciliana chiara, precisa e definita, maturata con coerenza nel corso della sua storia millenaria, sintesi e approdo di mille civiltà eterogenee che hanno arricchito la Sicilia con la loro storia e la loro cultura, e ne hanno fatto una civiltà immensa, un destino. Alcuni saggi e articoli culturali su autori siciliani sono stati pubblicati anche nel nostro giornale, Informazione Cattolica, e hanno suscito molto interesse per l’impostazione saggistica e per l’originalità culturale.
Il secondo libro, che ha per titolo QUEL CHE RESTA DEL MONDO, Letteratura, critica letteraria, storia, modernità, costume, (euro 20.97, 5 agosto 20,24) è molto più voluminoso del primo perché raccoglie brevi saggi, prefazioni, articoli culturali, note critiche su autori noti e sconosciuti scritti negli ultimi cinque anni e pubblicati su riviste, giornali, social, e anche sul nostro giornale, al quale il professore, come intellettuale cattolico, ha dato un notevole contributo.
Nel libro sono stati esclusi gli articoli di politica legati alla stretta quotidianità che non avevano più attualità. Negli articoli culturali alcuni passaggi siano ripetuti, ma l’autore ha lasciato tutto così com’è, perché il suo obiettivo non era di scrivere un romanzo coerente, ma una testimonianza immediata sull’attualità politica e culturale. Sono, infatti, una una selezione di note sparse sul mondo, senza alcuna pretesa o ambizione. Solo testimonianze di un uomo, di un lettore, di un osservatore, di uno scrittore. Pensieri anche stravaganti sulla storia, sulla modernità, sugli uomini, sulle cose, sulla politica. Inediti, non presenti negli altri suoi libri, con l’illusione che, raccolti in un libro, possano durare di più. L’illusione, sì. Si vive anche di questo, con l’illusione che, una volta scomparsi, qualcosa di noi resta. Parole. Quel che resta del nostro passaggio sulla terra, il nostro sguardo sul tempo. Amori, passioni, sogni. Quel che resta del mondo.