Non si deve giurare, per rispetto della divina Maestà

Non si deve giurare, per rispetto della divina Maestà

di Padre Giuseppe Tagliareni

GIURARE VUOL DIRE CHIAMARE DIO A TESTIMONE DELLA VERITÀ DI UNA PROPRIA AFFERMAZIONE

Giurare è chiamare Dio a testimone della verità di una propria affermazione.

Gesù dice di non farlo, per rispetto della divina Maestà.

D’altra parte si deve acquistare quell’amore alla verità che ti fa dire sì quando nel cuore hai il sì e no quando hai il no. Il di più viene dal Maligno, che è il padre della menzogna.

Confortato dall’incontro con Dio sul monte, Elia ritornò sui suoi passi e secondo le istruzioni ricevute, unse re e profeti.

Nella generale apostasia, Dio si era riservato un piccolo numero di uomini che non avevano “piegato le ginocchia a Baal”; ora questi necessitavano di guide sicure, di punti di riferimento civile e religioso.

Eliseo stava arando il suo campo quando l’uomo di Dio gli passò accanto e gli gettò addosso il mantello. Il gesto indicava l’investitura profetica dell’eletto.

Eliseo capì e subito disse il suo sì: uccise i buoi e li arrostì col legno dell’aratro; fece un banchetto di addio e si mise al servizio di Elia.

Il chiamato a speciale consacrazione non può restare in famiglia. Così faranno i primi discepoli con Gesù: alla sua chiamata, lasceranno barche, pesci e famiglia per seguire il Maestro. E Gesù ne farà “pescatori di uomini”.

Il popolo di Dio ha bisogno sempre di nuovi pastori; ma se questi non lasciano tutto, come possono seguire Gesù?

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