Le due tendenze errate dell’iperdulìa alla Madonna
di Bruno Volpe
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DUE FESTE MARIANE IN QUATTRO GIORNI SPIEGATE DAL MARIOLOGO ROGGIO
Due feste mariane nel giro di quattro giorni. Bellezza e stranezza della liturgia e della cattolicità. La Chiesa cattolica, sia di occidente che di oriente, tra l’otto settembre e il dodici celebra per ben due volte Maria, Madre di Dio. Lo fa il giorno otto con la Natività della Beta Vergine Maria e il dodici con la celebrazione del Santissimo Nome della Beata Vergine Maria. Come si spiega questa concentrazione mariana in settembre che mese mariano per tradizione non è (come invece lo sono ottobre e maggio)? Lo abbiamo chiesto al teologo e mariologo, docente al Marianum di Roma, padre Gian Matteo Roggio.
Padre Roggio, due soste mariane in poco tempo, come mai e perchè?
“Bisogna andare alla fonte e ricordarci che queste due feste, bellissime, sono nate in oriente. E dobbiamo meditare sul fatto che gli orientali sono molto più idealisti e poeti di noi, per tradizione più ispirati alla razionalità e meno alla meditazione. Non è casuale che nel mondo orientale l’iconografia sia basata sulla icona sacra che è una preghiera, mentre in occidente privilegiamo la figura. Insomma, la prospettiva è diversa. Gli orientali meditano maggiormente e parlano con Dio attraverso la icona, i latini sono maggiormente pragmatici”.
Ma la liturgia come mai ha assimilato in pochi giorni le due date e in giorni differenti? Avrebbe potuto benissimo unificare in una sola occasione…
“Vero, ma lo vede? Lei ragiona da occidentale. Invece la liturgia che è legata alla tradizione, tende a preservare, difendere e valorizzare ciò che è sacro e che è bello agli occhi di Dio e che cosa è più bella di Maria? Penso sia stata una scelta ed una decisione corretta”.
Il giorno otto cosa si celebra?
“La nascita di Maria che entra fisicamente a far parte del nostro mondo, entra biologicamente nella storia. Quello che accade a tutti noi con la nascita biologica. In sede di fede poi abbiamo il battesimo, ma solo con la nascita fisica possiamo dire di esistere realmente al mondo. E Maria, che è una creatura umana, segue queste regole”.
Il 12…
“In questa sede celebriamo il nome di Maria. Nella cultura ebraica il nome era fondamentale e indicava una missione dell’ individuo. Insomma, il nome non era figlio del caso, ma aveva uno scopo e una indicazione. A Maria è dato il nome di una sorella di Mosè, chiamata Maria che canta la liberazione del popolo ebraico dall’ Egitto. Annuncia la liberazione eil passaggio alla terra promessa. Maria, la Madonna, a sua volta farà lo stesso col Magnificat cantando la liberazione.Il Magnificat è idealmente la prosecuzione del primo canto dell’ altra Maria”.
Talvolta verso Maria si hanno due sentimenti diversi. O infantilismo e persino sdolcinatura o al contrario opposizione e quasi rifiuto razionalista…
“Le due tendenze sono errate e meritano evangelizzazione. E’ vero che Gesù ci dice di essere come bambini, ma non ci vuole infntili, anzi chiede una fede matura e adulta. Semmai invoca la semplicità che è ben diversa dall’ infantislimo. Per altro verso, occorre rigettare qualsivoglia forma di arroganza e di superbia. In poche parole, essere come bambini non significa rinnegare la ragione ed anzi è centrale il binomio fede- ragione”.
Vi è chi nelle avversità non agisce, ma si limita a pregare…
“La preghiera fa bene ed aiuta. Ma attenzione a non cadere nella superstizione o infantismismo e rassegnazione. Dio stesso ci invita ad agire con intelligenza. In poche parole se ci capita un problema serio penso ad una malattia, la prima cosa da fare è scegliere un buon medico e successivamente pregare. La bellezza del cristianesimo è la concretezza e lo ricaviamo dalla vita dei santi. Molti padri della Chiesa dicono nelle difficoltà: agisci assennatamente e poi affidati a Dio. Invece rimettersi a Dio in modo passivo senza agire con acutezza è sbagliato e persino non cristiano, comunque non ci aiuta. Il resto ovviamente lo fa la preghiera e soprattutto la fede”.