La Bibbia stessa smentisce la rigorosa interpretazione dei farisei

La Bibbia stessa smentisce la rigorosa interpretazione dei farisei

di Don Ruggero Gorletti

SABATO DELLA VENTIDUESIMA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO 

Dal vangelo secondo Luca 6,1-5

Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

COMMENTO

Il precetto del riposo del sabato era (ed è) uno dei più chiari e indiscussi per gli Ebrei, quasi un segno di riconoscimento per il vero israelita. E quindi è logico che i suoi discepoli, facendo di sabato ciò che la legge di Mosè non consente (i questo caso strappare le spighe di grano e sfregarle per farne uscire i chicchi) venissero accusati dai farisei di violare la legge di Dio. Ma Gesù risponde a tono a queste accuse, citando anzitutto la sacra scrittura: è la Bibbia stessa che smentisce la rigorosa interpretazione dei farisei. Ma è la conclusione a cui arriva Gesù che è significativa per noi: «il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Non si tratta di modificare questo o quel precetto. È la radice stessa della legge che viene cambiata. Gesù è signore del sabato, la nostra obbedienza a Dio è fondata sull’amore. Dio ci ha donato la sua legge non come manifestazione di potenza, ma come atto d’amore. La legge di Dio è disegnata su di noi, è una manifestazione del suo amore per noi, ci è stata data perché possiamo vivere bene, nella pace e nella gioia, e anche se talvolta richiede rinuncia e sacrificio ci conduce al vero bene per noi. Per questo la legge di Dio subordina qualsiasi regola, compresa quella del sabato, al vero bene dell’uomo. Obbedire alla legge che Dio ci ha dato, ai Dieci Comandamenti, alla legge dell’amore che Gesù ci ha insegnato, non ci rende schiavi né toglie nulla alla nostra umanità, anzi ci rende pienamente uomini, perché è stata disegnata su di noi e ci è stata donata per il nostro bene.

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