Conosciamo la beata Eugenia Picco
di Mariella Lentini*
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TRA I SANTI E I BEATI CHE SI FESTEGGIANO OGGI RICORDIAMO UNA BEATA LOMBARDA
Non sempre la casa è un rifugio caldo e sicuro. A volte in famiglia si annida una realtà lontana da Dio dove Dio viene sostituito con il denaro, il successo ad ogni costo, la ricerca di un amore malato vissuto senza sentimenti. Laddove una ragazza dovrebbe sentirsi protetta, si vede costretta a subire, invece, vessazioni e maltrattamenti. L’esempio coraggioso di Eugenia Picco rappresenta per l’infanzia e la gioventù di ogni epoca una speranza. Indica una via d’uscita fondata sulla fede. Eugenia è una ragazza che non si lascia condizionare dal clima amorale in cui vive, non seguendone il cattivo esempio.
Nasce nel 1867 a Crescenzago (Milano). Suo padre è un famoso musicista non vedente. La piccola Eugenia viene affidata ai nonni perché i genitori girano il mondo impegnati con le loro tournée. Un giorno la madre rientra sola dagli Stati Uniti ed Eugenia non rivedrà mai più il padre. La madre, donna che insegue il successo nel mondo dello spettacolo e che desidera la ricchezza e vivere nel lusso, vorrebbe che la figlia diventasse una famosa cantante. Nel mentre obbliga Eugenia a vivere con lei assieme a un altro uomo con il quale mette al mondo due figli. Eugenia cresce, diventa una bella ragazza e il convivente della madre comincia ad infastidirla con richieste di baci e carezze che l’adolescente non vuole assecondare. La ragazza sente che tutto questo non è bello, non è giusto.
Per Eugenia il Bene è un’altra cosa. La ragazza non aspira a diventare ricca e famosa. Soffre e sogna una vita “umile e nascosta, come è il pane, scelto da Gesù per l’Eucaristia”. Tutti i giorni si reca nella Chiesa di Sant’Ambrogio a Milano e qui, nella preghiera, trova un grande conforto. All’età di diciotto anni, mentre nella sua camera da letto invoca Dio di liberarla dalla disperazione, vede una striscia di luce entrare dentro il suo cuore. Il Signore l’ha ascoltata. Eugenia sente che la sua strada è quella religiosa. Il Cielo la chiama e questa si chiama vocazione. La ragazza scappa via da casa e si rifugia presso le Piccole Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria a Parma. Diventa suora e si dedica all’insegnamento della musica e del canto alle bambine. Viene nominata madre superiora. Durante la Prima guerra mondiale assiste i feriti e accoglie i figli dei soldati e i poveri anziani rimasti soli. Muore a Parma nel 1921. Nel 2001 San Giovanni Paolo II, papa Karol Wojtyla, la proclama beata. Come desiderava la madre, quindi, Eugenia diventa famosa, non come cantante, ma in quanto beata.
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Il libro di Mariella Lentini porta a conoscenza di storie di vita reali di uomini e donne che attraverso sofferenze ed ostacoli hanno incontrato il Divino. Generalmente preghiamo i Santi in quanto tali e dimentichiamo che essi sono state persone inserite nel loro contesto sociale. Sarebbe bello insegnare ciò ai giovani. Fare comprendere che anche l’umiltà e la semplicità possono portare delle gioie. Prima fra tutte la gioia dello Spirito che in comunione con la preghiera danno sostegno per affrontare la quotidianità. La storia di Eugenia Picco può rappresentare un aiuto per tante donne che subiscono abusi in famiglia o fuori casa. Esprime la forza che aiuta al cambiamento contro ogni costrizione I Santi non solo sono aiuto e misericordia ma anche un potente punto di riferimento per la vita di tutti i giorni.