Il Cristianesimo non è di destra né di sinistra (e nemmeno di centro)

Il Cristianesimo non è di destra né di sinistra (e nemmeno di centro)

di Francesco Bellanti

LETTERA DI UN PROF. SOCIALISTA

Questa è una lettera senza svolazzi stilistici o ardite costruzioni sintattiche ciceroniane, anzi, direi umile e semplice, com’è stata al principio la religione di cui si parlerà, cioè il Cristianesimo. Lo scrivo soprattutto per comprendere meglio io stesso la natura ideologica di una religione nella quale credo, praticamente da sempre (potrei aggiungere dai quattordici anni in su, ma questo mi pare implicito) e per dare un contributo di chiarezza.

Ho parlato d’ideologia, perché – sia per i miei studi liceali e universitari, sia anche per la natura della mia attività di docente di italiano e latino nei licei, e per avere scritto diversi libri e moltissimi articoli, il mio approccio con il Cristianesimo è stato sempre di natura ideologica, storica e letteraria. Altri aspetti, per esempio la liturgia, cioè il complesso dei riti, delle forme e delle cerimonie con cui un culto, in questo caso il Cristianesimo, si manifesta nel mondo, mi interessano poco.

Mi è sufficiente solo seguire la dottrina e la liturgia approvate dall’ultimo Concilio Vaticano II e le riforme successive. Non ho poi titoli per potere dare un giudizio credibile. 

Allora, intanto è bene chiarire che io sono cristiano nel senso di cattolico apostolico romano, non protestante o ortodosso, soprattutto per la dottrina con cui la Chiesa romana si pone di fronte al mondo e ai problemi della società odierna.

Questo non mi ha impedito di criticare le deviazioni della Chiesa, diciamo temporale, nel corso della storia, né gli errori commessi di fronte ai problemi del mondo nel corso dei secoli e dei millenni.

Il mio Cristianesimo – che diventa Cattolicesimo dopo la scissione protestante di Martin Lutero – ha inizio con la lettura della Bibbia, ma principalmente con la lettura e lo studio del Nuovo Testamento, in particolare dei Vangeli. È stata una lettura critica, perché – essendo appassionato sin dall’università di storia delle religioni (ho nella mia biblioteca circa trecento testi di religione, anche orientale) – ho confrontato questi testi con i cosiddetti vangeli gnostici e apocrifi, e alla fine ho “pascalianamente” scommesso sulla verità dei quattro vangeli approvati dalla nascente Chiesa.  

Pertanto, il mio Cristianesimo – nel quale ancora credo – è quello delle origini, evangelico, fondato sulla povertà, sulla compassione, sull’attenzione verso gli umili, i misericordiosi.

Non mi è stato facile accettare la versione paolina, lo confesso, che io considero, come molti, il vero fondatore del Cristianesimo, ma alla fine – anche in questo caso – ha vinto la fede. Sono stato affascinato poi dal monachesimo che ha salvato la civiltà dell’Occidente, dai Padri della Chiesa, dai grandi pensatori cristiani, Sant’Agostino, San Tommaso, più che dalle conversioni di convenienza di imperatori romani, re franchi o longobardi, e così via.

Giungiamo così al basso Medioevo, alla nascita degli ordini religiosi, alle eresie, a chi le combatte, ai domenicani, e soprattutto a San Francesco, il nuovo Cristo, il poverello di Assisi.

San Francesco, il suo pensiero, il suo percorso di vita, il suo Cristianesimo fatto di gioia, di amore per la vita, per tutto il Creato, di povertà, di eremitaggio e di predicazione, è, per me, colui che ha salvato la Chiesa temporale, corrotta, simoniaca e concubinaria, dal disastro, dalla rovina: San Francesco è l’uomo totale, colui che ha salvato l’Occidente.

Dall’approccio ideologico, già formato in me, a quello storico e letterario il passaggio è breve, netto e chiaro. Il Cristianesimo è per me  quello (quasi protestante, a volte), di Dante, che salva uomini venuti prima di Cristo e mette papi all’inferno.

DANTE

La Divina Commedia è un’opera sterminata. Dante è tutto. Egli è il poeta, la guida, il saggio, il profeta, il mistico, l’eterno errante, il pellegrino sempre in cammino, egli è il riformatore religioso e civile, l’Angelo dell’Apocalisse. Egli è l’unico uomo che attraverso la ragione (Virgilio), la teologia e l’amore (Beatrice), il misticismo (San Bernardo), la grazia di Dio (la Madre di Cristo), vede Dio, l’armonia e l’ordine di tutto il Creato. Dante non giunge in paradiso per mezzo di santi, miracoli, pratica religiosa, papi. Se ci pensate bene, già questo potrebbe essere protestantesimo. Ma nessuno lo dice, perché Dante incute timore. Il fatto è che Dante ha trasformato il Cristianesimo, lo ha reso più visibile, più umano. 

In Dante trovano pace il tempo e lo spazio, l’inferno e il paradiso, l’eterno e la storia, Lucifero e Dio. Nessun poeta, forse, ebbe mai la superbia e l’orgoglio di Dante, ma nessun poeta ebbe mai una così smisurata vastità e ricchezza di pensiero e di immaginazione. Forse, solo John Milton fu smisuratamente orgoglioso quanto lui; forse, solo Shakespeare ebbe maggiore ricchezza nell’espressione verbale. Attraverso il Cristianesimo, Dante inventa la lingua degli italiani e di una delle più grandi civiltà del pianeta. Dante è poeta nazionale, come Shakespeare, Goethe, Cervantes, Tolstoj, ma nessuna personalità sovrasta come quella di Dante, poeta che racchiude il Medioevo ma su dimensioni europee. Dante è un genio perché abbraccia tutto il reale.

Nessun poeta – antico o moderno – ha avuto una personalità così vasta e formidabile come quella di Dante: egli non lascia posto a nessun altro, egli occupa tutto lo spazio, egli occupa tutta la scena, tutto muta solo se lui muta. Dante è il poeta di ogni tempo. Dante è sempre un contemporaneo. Perché egli è tutto, il mistico, la guida, il viaggiatore folle verso la purezza, il poeta e il profeta chiamato dall’alto per salvare l’umanità, lui, l’eterno viandante dell’Aldilà. Dante mostra il suo Cristianesimo, che è viaggio, percorso, superamento del pericolo. Dante è il Cristianesimo di San Tommaso, la razionalità di Aristotele. 

Il Cristianesimo in cui credo è quello angoscioso di Petrarca nel suo eterno colloquio con Sant’Agostino, la vita terrena e l’amore mondano intesi come peccato, anche questo è un aspetto del mio Cristianesimo. È anche il Cristianesimo tormentato anche di Tasso.

CHI ERA TORQUATO TASSO?

Torquato Tasso era il viaggio dell’amore, dell’angoscia, della follia, della follia d’amore. Egli era il genio infelice vissuto in un secolo che non era il suo. Egli era l’amore eslege, la natura, il mondo pastorale. Egli era felice della sua follia, gli piaceva vivere nella sua follia. Aveva capito che quello non era il suo tempo e si è finto pazzo. Qual è stata la causa del suo male? Il poeta puro fedele ai suoi sogni contro la realtà gretta e meschina? Vittima del dissidio tra Rinascimento laico e Controriforma cattolica? L’animo rinascimentale violentato dalla rigidità cattolica e dalla precettistica aristotelica? L’errare di corte in corte? La mancanza di affetto, l’assenza dei genitori? Era la sua follia in qualche trauma psicologico dell’infanzia? Forse semplicemente il fatto che egli era nato in un secolo sbagliato. Tutto ha origine da questo errore. Ma è comunque un Cristianesimo che fa crescere, che dà certezze. Anche se, dopo la centralità dell’uomo nel Cristianesimo del Rinascimento, la Riforma protestante e la Controriforma dopo il Concilio di Trento, avevano portato smarrimento.

MANZONI

Il fondatore del Cattolicesimo moderno è Manzoni. È il Cristianesimo democratico di Manzoni, della Pentecoste, imbevuto delle idee universalistiche dell’Illuminismo. La Pentecoste è innanzitutto l’avvento, la presenza dello Spirito di Dio nella storia, è la fondazione della missione apostolica e dell’universalità della Chiesa, che è alla base del rinnovamento spirituale del mondo. È un rinnovamento che riguarda tutti, schiavi e liberi, è l’apparizione sulla scena del mondo della Chiesa impaurita che viveva nascosta nella paura subito dopo la morte di Gesù, è il ritorno dell’umanità al vero e unico Dio, il Salvatore di tutti, poveri e umili, non solo dei grandi. È un inno lontano un anno che sembra un secolo dal Dio dei potenti del Cinque Maggio che scende su Napoleone morente, su Ermengarda salvata dalla “provida sventura”.

Questa concezione della Chiesa rappresentata non come istituzione salvifica dei potenti ma come promotrice del rinnovamento del mondo per tutti, una Chiesa non distante dalle genti di tutto il mondo, che privilegia l’approccio del cuore attraverso la predicazione della Parola, l’apostolato, la preghiera, il martirio, sui miracoli e sui dogmi, risente certamente dall’influsso esercitato su Manzoni dai grandi moralisti cattolici francesi come Pascal, Massillon, Bossuet, Bourdaloue, Nicole, così come dal pensiero democratico della sua prima educazione illuministica a Parigi, tuttavia non passivamente, ma secondo il suo profondo sentimento cristiano che lo induceva a rappresentare la missione della Chiesa nel mondo rinnovato e la presenza e il governo di Dio sulle anime e sulle vicende terrene, su tutti gli accadimenti della storia, con quel senso di pietà e di profonda e pensosa umanità che avevano costituito e  costituiranno sempre il segno distintivo del suo pensiero religioso e della sua poesia.

Il mio Cristianesimo è il ritorno alla politica dei cattolici dopo la Prima guerra mondiale, con don Luigi Sturzo che fonda il Partito Popolare Italiano, fatto mandare in esilio da Mussolini, perché egli era antifascista e oppositore del regime, amico di Giacomo Matteotti.

Forse il Duce aveva visto lontano, una coalizione di centrosinistra era possibile, il Partito Popolare e il Partito Socialista avevano la maggioranza in Parlamento, ma evidentemente i tempi non erano maturi per un centrosinistra che sarebbe nato quarant’anni dopo. Ecco, questo Cristianesimo è di destra o di sinistra? O è solo Cristianesimo che appartiene a tutti? Che cosa s’intende per destra e per sinistra? Vediamo di capirci qualcosa.

Intanto, precisiamo che se in Italia il 90 per cento si professa cattolico e la cosiddetta destra o centrodestra ha il 44 per cento dei voti, c’è qualcosa, anzi molto, che non quadra.

Moltissimi della cosiddetta sinistra o del centro si dichiarano cattolici. Ci sono giornali che pubblicano centinaia di articoli al giorno dove si lanciano continui anatemi contro un comunismo che non è mai esistito in Italia, esiste solo per ragioni di propaganda. Lo stesso discorso vale perché rievoca i fantasmi di un fascismo che non ha più storia. Poi, l’esempio che danno oggi i politici è avvilente, sia nella cosiddetta sinistra che nella cosiddetta destra.

Io ho conosciuto solo un partito in Italia i cui dirigenti, quasi tutti, erano cattolici anche nei loro comportamenti, dico Moro, Fanfani e così via. E difendevano i valori cattolici anche in politica. Moro andava a prendere la figlia in spiaggia in giacca e cravatta perché un uomo di Stato doveva dare l’esempio. I più grandi dirigenti politici cattolici della storia, De Gasperi, La Pira, Moro e tanti altri non erano di destra. Anzi, tendevano verso la sinistra, e abbiamo conosciuto anche cattolici che si candidavano fra i comunisti.

Si può essere allora cattolici e socialisti, o socialdemocratici?

Io sono cattolico per quanto riguarda l’approccio con i valori civili del Cattolicesimo (perciò contro l’aborto, divorzio, gay, gender, eutanasia, etc.) e social-democratico per quanto riguarda la visione economica della società, diciamo il Weltanschauung sociale, avendo come modello moderno il sistema sociale tedesco e il socialismo storico matteottiano riformista. Che certo non sono la perfezione e sono migliorabili. Se si guarda il programma di qualche grande partito socialdemocratico moderno e lo si confronta con la dottrina sociale della  Chiesa, vedrete che ci sono pochissime differenze.

Se poi per destra intendiamo il fascismo storico, il nazionalsocialismo, questi movimenti sono stati profondamente anticristiani. Mussolini era donnaiolo, fece morire in manicomio una moglie e un figlio, fece il Concordato per prestigio internazionale, ma tolse la gioventù alla Chiesa, come fece Hitler, con tutti i suoi gerarchi immorali.

Non parliamo poi dei comunisti staliniani, atei e profondamente anticattolici. È stata cattolica la vera destra, quella non autoritaria, dittatoriale, autocritica. Quella che ha sconfitto il fascismo e il nazismo e ha fondato l’Europa moderna. Penso ai conservatori inglesi, ai tedeschi, ai francesi, agli spagnoli.

Strumentalizzare il Cristianesimo, allora, per fini politici è un’operazione meschina, e di solito la fanno i politici e giornalisti ignoranti. L’associazione dei termini Cristianesimo e destra io la sto vedendo adesso, forse perché non c’è nessun partito moderato che rappresenti veramente i cattolici. Mi fanno pena i giornalisti che inseguono o creano fantasmi – il comunismo sovietico – per creare paure e angosce inesistenti e per dirottare voti verso la destra, la stessa cosa dico per i politici e giornalisti di sinistra che evocano fantasmi di destra – il fascismo, il nazismo – per dirottare voti verso la sinistra.

Il vero Cattolicesimo è apartitico, semplicemente deve difendere la sua identità religiosa e culturale. I partiti rappresentano interessi di classe, quello che conta davvero è il sistema sociale. L’alternanza fra governi conservatori e socialdemocratici o progressisti in fondo è necessaria per evitare che si instaurino dittature o centri occulti di potere.

Credo anche che non dovrebbe nemmeno esistere un partito cattolico, perché come obiettivo nelle società moderne non dovrebbe esserci quello di creare una teocrazia. I valori cattolici dovrebbero averli tutti, soprattutto i politici, perché il Cristianesimo è a fondamento della civiltà occidentale.

Ci sono stati, e ci sono, molti socialisti cristiani, e molti partiti socialisti cristiani, chi non lo sa mostra una ignoranza smisurata, la più pericolosa. Forse io provengo da un tempo lontano, quello in cui c’erano politici che si qualificavano e avevano programmi cattolici e socialisti. Livio Labor, Pierre Carniti, Giulio Girardi e tanti altri lo erano. Ma molti lo hanno dimenticato, o forse sono stati dominati dall’ignoranza.

La dottrina sociale della Chiesa esprime anche i valori del vero socialismo, quello che presta attenzione ai poveri, agli umili, agli operai, al diritto al lavoro e all’assistenza. Solo che non vi compare la parola socialismo e non vi compaiono certi errori ideologici del socialismo.

 

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