La potenza del Signore e il peccatore Simon Pietro

La potenza del Signore e il peccatore Simon Pietro

di Don Ruggero Gorletti

GIOVEDÌ DELLA VENTIDUESIMA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO


Dal Vangelo secondo Luca 5,1-11

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

COMMENTO

«Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Pietro, dopo che gli è stata manifestata la potenza del Signore ha compreso di essere un peccatore, e di essere indegno di stare vicino a Lui. Sembra quasi che il manifestarsi della divinità allontani l’uomo da Dio. In realtà vediamo bene che non è così: Pietro, avvicinandosi alla luce di Dio, ha visto se stesso così come realmente è. Prendiamo in mano una boccia sferica, una di quelle con cui si gioca: se siamo al buio, carezzandola con la mano, abbiamo l’impressione che sia liscia, senza imperfezioni, ma se la avviciniamo ad una fonte di luce, immediatamente ne vediamo tutte le irregolarità, i difetti. Così è per noi: più ci avviciniamo a Dio, più capiamo di essere imperfetti.

Tutto questo non ci allontana da Dio. Gesù non ascolta l’invito di Pietro ad allontanarsi, anzi: proprio dopo che Pietro ha confessato di essere un peccatore lo chiama al suo servizio. Gesù ci ama così come siamo: non però per lasciarci come ci ha trovati, ma per farci sempre migliori, sempre più simili a come Dio ci vuole. E più siamo simili a come Dio ci vuole, più siamo noi stessi e siamo felici, perché assecondiamo la nostra vera natura di esseri creati ad immagine e somiglianza di Dio.

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