Il mea culpa dei big social
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MA È CALATO IL SILENZIO MEDIATICO
Ha del miracoloso la notizia che il numero uno del social più potente del mondo abbia fatto mea culpa, ammettendo di aver ingannato gli iscritti. Mark Zuckenberg, Ceo di Facebook, in una lettera ufficiale inviata al presidente della Commissione Giustizia della Camera dei deputati statunitense, Jim Jordan, ha ammesso di aver censurato i social media di META, tra cui Facebook e Instagram, ai tempi del Covid, su pressante richiesta dell’Amministrazione Biden-Harris.
La notizia avrebbe dovuto essere sparata in prima pagina, invece, a parte qualche rara testata, sulla vicenda è calato il silenzio mediatico. Non è la prima volta che accade, soprattutto nei media occidentali.
I paladini dell’informazione, a parole si dicono pluralisti e democratici, nei fatti imitano Joseph Goebbels e il fantastico mondo del Ministero dell’Educazione Pubblica e della Propaganda del III Reich. La verità è che quando un fatto incontestabile contrasta con la narrazione mainstream, nei padroni del vaporetto, nonché portaborse degli angloamericani, scatta un meccanismo di rabbia e di rimozione.
Gli esempi abbondano: ci sono voluti anni per riconoscere che le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein era una balla colossale. In tempi recenti fa scuola il caso di Joe Biden: che egli avesse crescenti problemi di lucidità mentali era evidente da tempo ma è stato negato strenuamente per mesi dalla stragrande maggioranza dei media.
Ma l’esempio più eclatante è la colossale bugia sull’efficacia dei vaccini covid. Qualcuno aveva detto; non ti vaccini, ti ammali e muori. Ora per ammissione delle stesse Big Pharma, dell’Aifa e delle pressoché totalità agenzie mondiali del farmaco, si è scoperto che non era vero.
Resta il mistero del perchè, come diceva Mark Twain “è più facile ingannare le persone che convincerle di essere state ingannate”,