Un bambino salvato da San Giuseppe sul monte Vittore, presso Norcia
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UNA RIFLESSIONE QUOTIDIANA SUL PADRE PUTATIVO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO
Dodicesimo giorno
Pater noster – San Giuseppe, prega per noi!
Uomo felice
I pellegrini che vanno a visitare i Luoghi Santi, vedono a Nazareth due Santuari; uno è chiamato il Santuario dell’Annunziazione, ov’era la casa della Vergine, e l’altro è detto il Santuario della Nutrizione, ov’era la casa di San Giuseppe. Qui si svolse la vita del nostro Patriarca.
Quella casa, che fu per tanti tanni la dimora del Figlio di Dio, fu trasportata misteriosamente dagli Angeli e trovasi in Italia, nel Santuario di Loreto.
Contempliamo la Sacra Famiglia nella quieta dimora di Nazareth!
San Giuseppe attendeva al lavoro di fabbro e, come tutti i figli di Adamo, si guadagnava il pane col sudore della fronte.
Intanto Gesù cresceva in sapienza, in statura ed in grazia presso Dio e presso gli uomini ed era soggetto a Maria ed a Giuseppe.
Quanta pace ed armonia dovevano regnare in quella casa! Gesù ubbidiva a San Giuseppe, prestandogli nel lavoro quegli aiuti che comportava la sua età. La Madonna accudiva alle faccende domestiche come una madre di famiglia di povere condizioni; quindi preparava il cibo, filava e cuciva, come le donne del suo tempo, ed andava ad attingere l’acqua all’unica fontana di Nazareth, che esiste tutt’oggi. Gesù seguiva la Madre, aiutandola in ciò che poteva, come sogliono fare i ragazzetti che non sanno staccarsi dal fianco materno.
Niente di straordinario nella Sacra Famiglia: ubbidienza, lavoro, preghiera e soprattutto umile nascondimento. Mai il sole vide persone più sante e più accette alla Divinità!
San Giuseppe era felice! Aveva nella sua casa il Creatore del mondo, lo adorava nell’intimo del suo cuore, poteva guardarlo, accarezzarlo e baciarlo.
Gesù era contento di queste manifestazioni di santo affetto e naturalmente le ricambiava. Quante volte le manine di Gesù accarezzarono il volto di San Giuseppe!
Crescendo negli anni, Gesù rendeva i suoi servizi, ora alla Madre, risparmiandola di andare alla fontana, ed ora al Padre Putativo, aiutandolo nel lavoro.
Trent’anni durò questa vita, spregevole agli occhi del mondo, ma preziosissima davanti a Dio, il quale più che le opere guarda la rettitudine dell’agire e l’affetto del cuore.
La Sacra Liturgia, ispirandosi alla preghiera di San Bernardo, esclama: Oh felice uomo! Oh beato Giuseppe.
Ma molto più beato è ora in Paradiso, ove gode i frutti della sua santa vita.
Esempio
Un bambino era andato sul monte Vittore, presso Norcia. Si sprigionò una tempesta e si moltiplicarono le raffiche di neve. Si era in febbraio e sembrava che la nevicata non volesse più a cessare.
I genitori, non vedendo rincasare il figlioletto, dopo due giorni di attesa si rivolsero alle autorità per le ricerche, sperando di ritrovare almeno il cadavere. Non era tanto facile la ricerca, dato il grande ammasso di neve.
Rabbonitosi il cielo, parecchi, tra cui i genitori, cominciarono ad esplorare il monte, chiamando a gran voce per nome il bambino.
Fu grande la meraviglia quando videro camminare sulla neve colui che credevano morto e che veniva loro incontro di corsa.
I genitori, abbracciato il figlio, chiesero: Dove sei stato in questi giorni?… E come non sei morto per il freddo? –
Il bambino raccontò: Quando cominciò la tempesta venne un vecchio, tanto buono, mi prese per mano e mi condusse nel cavo di un grande albero. Mi disse: Non aver paura, perché ti aiuto io! – Mentre stavo là riparato, venne una bella Signora con tante stelle luminose sulla testa. Non ho sofferto, anzi sono stato contento. Poco fa quel vecchio mi ha detto: Non senti che ti chiamano? Ora va’ a casa! – Mi ha indicato la direzione da tenere sulla neve ed ora sono qui! –
I genitori seguirono commossi la narrazione e compresero essere stato San Giuseppe quel vecchio e la Madonna quella Signora. Ne rimasero grati per tutta la vita.
Fioretto – Fare a tavola qualche mortificazione di gola.
Giaculatoria – San Giuseppe, capo della Sacra Famiglia, prega per me!
Il testo che vi abbiamo proposto è stato tratto da libro Don Giuseppe Tomaselli, San Giuseppe – Mese in suo onore (1962), di proprietà dell’Istituto Teologico “San Tommaso“, Via del Pozzo, 43 – 98121 Messina, al quale il libro può essere chiesto, oppure scrivendo alla mail: dongiuseppetomaselli@gmail.com.
* Don Giuseppe Tomaselli, nato a Biancavilla (Catania) il 26 gennaio del 1902 e morto a Messina nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1989, entrò nel 1916 nella Congregazione Salesiana, venne ordinato sacerdote nel 1926 e, lungo il suo ministero, durato quasi 63 anni, fu parroco, insegnante, cappellano presso comunità religiose, esorcista, taumaturgo ed apostolo della buona stampa cattolica. Proprio in quest’ultima veste diffuse ben 10 milioni di copie dei suoi 120 libri, testi che ancora sono molto richiesti e letti.