Quell’uomo salvato da un disastro ferroviario grazie a San Giuseppe

Quell’uomo salvato da un disastro ferroviario grazie a San Giuseppe

di don Giuseppe Tomaselli*

UNA RIFLESSIONE QUOTIDIANA SUL PADRE PUTATIVO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

Decimo giorno

Pater noster – San Giuseppe, prega per noi!

I Magi

Gesù nacque nella grotta. Siccome San Giuseppe era pieno d’attenzioni per il Bambino Gesù e la Madonna, non volendo riprendere subito il viaggio di ritorno verso Nazareth, fece di tutto per trovare a Betlem una casetta, ove dimorare per qualche tempo. Era ben giusto del resto non lasciare parecchie settimane la Sacra Famiglia in una stalla.

L’Evangelista S. Matteo (V – II) accenna a ciò, quando parlando dei Magi dice: Entrarono nella casa e trovarono il Bambino con Maria, sua Madre.
Mentre erano in questa casetta, ricevettero la visita dei Re Magi. San Giuseppe fece gli onori di casa, come capo della famiglia.
Tre importanti personaggi, accompagnati dal loro seguito, si trovarono davanti ad un povero operaio. Non si credettero delusi. La stella misteriosa li aveva guidati e la luce divina li aveva anche pervasi interiormente, cosicché non si meravigliarono di vedere in un’umile dimora il tenero Bambino, la Vergine Madre ed il modesto Sposo di Lei.
San Giuseppe godette di quella visita, pensando che non erano soltanto i semplici pastori ad adorare Gesù, ma anche i potenti della terra.

I Magi raccontarono la storia del loro, viaggio, parlarono della stella e dell’incontro avuto col re Erode. Consegnarono a San Giuseppe i loro mistici doni: incenso, oro e mirra.
Dice la tradizione che San Giuseppe offrì al Tempio l’incenso e la mirra e riservò l’oro per le necessità della famiglia. Infatti era la Provvidenza che veniva in aiuto, essendo prossima la partenza per l’Egitto.
I Magi trascorsero a Betlem giorni di Paradiso; la compagnia della Madonna e di San Giuseppe e la presenza di Gesù procurarono loro tanta gioia da sentirsi ripagati dei sacrifici del viaggio.
Già pensavano di ripassare da Erode, per informarlo che avevano trovato il nato Messia, persuasi che anche lui sarebbe venuto ad adorarlo.
Ma quale diversità di sentimenti tra i Magi ed Erode! I primi erano retti, mentre il re era malvagio. Nella sua gelosa superbia il monarca credeva che il Messia con l’andare degli anni sarebbe divenuto il Re di Israele e gli avrebbe tolto il trono; quindi conveniva ucciderlo mentre era ancora in fasce.

Il nefando disegno di Erode era sconosciuto a tutti, ma era noto a Dio, che scruta i cuori. Dio allora mandò un Angelo ai Magi per avvertirli di non ripassare da Erode e di ritornare ai loro paesi per altra via.
Il re intanto aspettava con ansia la seconda visita dei Magi; passato del tempo, si convinse di essere stato deluso. Allora attuò il pessimo disegno. Senza destare sospetto, mandò di notte tempo i soldati a Betlem per uccidere tutti i bambini, dai due anni in giù, e non solo dl Betlem, ma anche dei dintorni. Sperava che nella strage sarebbe stato coinvolto anche il Messia. Ma Dio vegliava sulla Sacra Famiglia e rese vane le insidie di Erode.

Esempio

Era la vigilia della festa di San Giuseppe. In uno scompartimento del treno Magonza-Colonia stavano due viaggiatori, un Sacerdote ed un mercante.

Il Sacerdote si accorse che quel signore pregava; lo interruppe nella preghiera e gli rivolse qualche domanda. Venne a sapere che era molto devoto di San Giuseppe e che rientrava in famiglia per trascorrere la festa del Patriarca con la moglie ed i figli. – Dunque, disse il Sacerdote, San Giuseppe è il vostro Patrono? – No, è il Patrono di mia moglie, che si chiama Giuseppina. Il 19 Marzo mi è tanto caro per tutto ciò che nella vita mi è capitato. Fui educato cristianamente; nella gioventù mi allontanai dalla Religione. Mia moglie si affliggeva a vedermi trascurato nell’anima; quando essa alla sera pregava davanti ad un altarino di San Giuseppe, io la burlavo. Cinque anni addietro, in occasione del suo onomastico, le feci un bel regalo; ricevendolo mi disse: Avrei preferito un regalo più prezioso!
– E quale?
– La tua anima! – e cominciò a piangere.
Per consolarla le promisi di accontentarla.
M’invitò ad andare in Chiesa in sua compagnia per ascoltare la predica su San Giuseppe. Accettai. Il predicatore disse fra l’altro: Mai nessuno ha invocato San Giuseppe, senza sentirne la protezione!
Uscendo dalla Chiesa, la moglie mi disse: Tu che spesso sei in viaggio, promettimi che nei pericoli invocherai sempre San Giuseppe.

Qualche tempo dopo il treno sul quale viaggiavo ebbe un terribile urto. Gridai: San Giuseppe, aiutami! – Nel mio scompartimento eravamo in sette; sei morirono e solo io rimasi vivo.
Da quel giorno sono divenuto Cristiano fervente e tutti gli anni, il 19 Marzo, adorno di fiori e di ceri l’altarino di San Giuseppe e con la mia famiglia mi prostro per ringraziarlo e pregarlo di cuore.

Fioretto – Recitare Tre Pater, Ave e Gloria ad onore di San Giuseppe per la conversione dei peccatori più ostinati.

Giaculatoria – San Giuseppe, terrore dei demoni, prega per noi!

Il testo che vi abbiamo proposto è stato tratto da libro Don Giuseppe Tomaselli, San Giuseppe – Mese in suo onore (1962), di proprietà dell’Istituto Teologico “San Tommaso“, Via del Pozzo, 43 – 98121 Messina, al quale il libro può essere chiesto, oppure scrivendo alla mail: dongiuseppetomaselli@gmail.com.

 

* Don Giuseppe Tomaselli, nato a Biancavilla (Catania) il 26 gennaio del 1902 e morto a Messina nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1989, entrò nel 1916 nella Congregazione Salesiana, venne ordinato sacerdote nel 1926 e, lungo il suo ministero, durato quasi 63 anni, fu parroco, insegnante, cappellano presso comunità religiose, esorcista, taumaturgo ed apostolo della buona stampa cattolica. Proprio in quest’ultima veste diffuse ben 10 milioni di copie dei suoi 120 libri, testi che ancora sono molto richiesti e letti.

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments