Non basta lamentarsi dal divano
di Giulia Bovassi
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AZIONE E INDIFFERENZA
C’è una responsabilità morale agendo, evitando di agire o nel limbo dell’indifferenza.
Quando la proporzione dei beni in gioco e degli interessi mostra chiaramente, in coscienza, quale prevalga sull’altro eppure si preferisce ignorarlo, allora si sceglie volutamente di non rispondere a quella verità.
Senza dubbio è già una scelta fondamentale riconoscere i beni in gioco, ma a questo fa seguito il dovere di rendere conto di questa conoscenza.
Ecco la ragione per cui anche scegliere di non scegliere è una scelta!
Possiamo lamentarci di com’è o come sarà solo se abbiamo fatto tutto ciò che potevamo (secondo modi e capacità individuali) per far sì che un cambiamento gravemente ingiusto, erroneo e dissoluto venisse meno.
Ma se tutto ciò che abbiamo fatto è lamentarci dal divano, metaforicamente la nostra “comfort zone”, allora c’è una lacuna nelle nostre responsabilità verso il bene comune.
Cambiare è scomodo, ti devi scomodare. Si dirà che “tanto non faccio la differenza e se anche agisco non serve a nulla perché è un sistema” ma dicendolo a priori è pur sempre una scommessa invalida e faziosa: senza ciascuno di noi non si può fare e l’ipotesi non è una certezza. Intanto inizia.
Questo è il principio comunitario, che l’oggetto in questione ci riguardi direttamente come singoli o indirettamente in quanto parte della famiglia umana.
Dipende da me, dipende da te. Segue una logica collaterale. Le nostre azioni, le scelte che decidiamo oggi sono parte dell’eredità che lasciamo.