Dobbiamo avere anche l’olio
di don Ruggero Gorletti
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9 AGOSTO – S. TERESA BENEDETTA DELLA CROCE (EDITH STEIN), COMPATRONA D’EUROPA
Dal vangelo secondo Matteo 25,1-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
COMMENTO
Per salvarci non basta credere, nel senso di ritenere con l’intelletto che Dio esiste, che è una sostanza in tre persone, che Gesù è la seconda persona della Santissima Trinità che ha assunto la nostra natura nel grembo della Vergine Maria e che è morto per noi, è risorto e ora vive per sempre, in anima e corpo, nella gloria del Paradiso. Questo è necessario, è come avere le lampade. Ma non è sufficiente. Dobbiamo avere anche l’olio, cioè le buone opere, Infatti avere fede significa anche credere che le parole che il Signore ci ha lasciato sono vere, affidabili. Sono comandi che devono essere messi in pratica perché noi possiamo avere una vita piena e realizzata in questa esistenza terrena, con tutti i limiti e le difficoltà che ben conosciamo, e una esistenza eternamente felice nel paradiso. Una fede che non cambiasse il nostro modo di pensare e di agire, che ci lasciasse vivere e pensare come chi cristiano non è, non è vera fede: non ci può essere di giovamento in questa esistenza terrena e non ci può aprire le porte della vita eterna.