I “diritti” sono la nuova idolatria
di Andrea Sarra
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CORSI E RICORSI STORICI: IL RITORNO DEGLI DEI
Chi non conosce l’enunciazione di Giambattista Vico secondo cui gli eventi della storia si ripropongono ciclicamente? Eppure lo sperimentiamo da tempo!
Prima della venuta di Gesù difficilmente poteva trovarsi qualcuno che non pregasse qualche “dio”, tutti credevano in qualcosa: non aveva importanza se fossero animali o elementi della natura, un vulcano, il sole, la terra stessa, Giove, Giunone, Mercurio, Venere, Osiride, Balaal, Moloch, Astarte o tanti altri. Tutte le “religioni” avevano i loro profeti come nell’ebraismo e costoro attiravano i “fedeli” riuscendo a compiere cose eccezionali ed inspiegabili.
Gli “dei” di queste “religioni”, tuttavia, non facevano prodigi gratuitamente ma c’era un prezzo da pagare.
Il prezzo era il sangue: per secoli e millenni questi “dei” sono stati placati da sacrifici umani: dalle amputazioni fisiche fino alla morte e, naturalmente, ogni tipo di perversione. Anche alla fondazione di una città, sotto le mura, venivano sotterrati fanciulli/e. Come dimenticare le popolazioni mesopotamiche fra le più spietate della storia? Oppure le popolazioni incontrate dagli israeliti una volta arrivati nella terra promessa? Non è un caso che Dio, in Deuteronomio 7,1 cita i popoli Hittiti, Gergesei, Amorrei, Perizziti, Evei, Cananei e i Gebusei, aggiungendo poi:” Non ti imparenterai con loro, non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai le loro figlie per i tuoi figli, perché allontanerebbero i tuoi figli dal seguire me, per farli servire a dei stranieri, e l’ira del Signore si accenderebbe contro di voi e ben presto vi distruggerebbe” (Dt 7,3-4).
Ebbene, per aver tradito questo patto, Salomone fu punito nella sua discendenza: “Il Signore, perciò, si sdegnò con Salomone, perché aveva distolto il cuore dal Signore Dio d’Israele, che gli era apparso due volte e gli aveva comandato di non seguire altri dei, ma Salomone non osservò quanto gli aveva comandato il Signore. Allora disse a Salomone: “Poiché ti sei comportato così e non hai osservato la mia alleanza né i decreti che ti avevo impartiti, ti strapperò via il regno e lo consegnerò a un tuo suddito. Tuttavia non farò ciò durante la tua vita per amore di Davide tuo padre; lo strapperò dalla mano di tuo figlio” (1 Re 11,9-12).
In tempi più recenti, in Messico, al centro – sud America, non si conosceva Gesù e quindi le popolazioni adoravano “dei” sanguinari. È il caso delle popolazioni precolombiane: Aztechi, Incas e Maya: tutte praticavano sacrifici umani, in particolare gli aztechi. Hernàn Cortès, qualche giorno dopo l’arrivo in quelle terre, ricevette su una delle navi l’imperatore Motecuhzoma (che gli spagnoli tradussero erroneamente in Montezuma) che si presentò con coppe piene di sangue umano per condire gli alimenti: naturalmente gli spagnoli inorridirono. Ma gli spagnoli ben presto conobbero anche le altre usanze del nuovo popolo. Infatti, arrivati a Tenochtitlan, per impressionare Cortes furono fatti sfilare file di prigionieri (si stimano in circa 20.000, cioè le vittime che in genere venivano sacrificate in un anno) disposti per 4 lungo La Via della Morte: ovvero tra la Piramide della Luna e il Grande Tempio (circa 2 km). Questa piramide enorme, alla cui sommità si accedeva attraverso due scalinate affiancate, dominava la piazza circostante ed aveva alla sommità due santuari: quello di huitzilopochtli, “dio” del sole e della guerra, e quello di tlatoc, “dio” della pioggia. I sacerdoti, qui praticavano i sacrifici umani. Chi ha avuto modo di visionare il film “Apocalypto” di Mel Gibson sa cosa succedeva anche se, nella realtà, i riti erano molto più crudeli, orribili e mostruosi di come viene raccontato nel film. Basterebbe visitare il “Museo de America” a Madrid e visionare le illustrazioni del “codice Tudela“ o quelle del codice fiorentino redatto da Frate Sabagùn, oppure andare al Museo Nazionale di Antropologia di città del Messico per vedere i coltelli sacrificali in ossidiana ed altri reperti, oppure ancora al British Museum per comprendere esattamente di cosa si parla.
Allora, 2000 anni fa, la Misericordia dell’ONNIPOTENTE si è manifestata, così come era successo nel corso dei secoli precedenti quando il Signore periodicamente suscitava profeti affinché riportassero il popolo prescelto sulla retta via.
La misericordia si è manifestata pienamente quando la Parola di Dio si è Incarnata in un Bambino: il Logos, la Parola che tutto può, era scesa sulla terra per salvare gli uomini.
L’avvento di Cristo, ha trasformato il mondo, esorcizzandolo dal male e ponendo fine alla mattanza di esseri viventi che veniva fatta per placare questo o quel “dio”.
Per compiere miracoli Gesù utilizzava solamente le parole, non aveva bisogno di altro: Egli diceva e tutto si trasformava. Con la sola parola Gesù guariva fisicamente e spiritualmente. Egli liberava, sanava ma, soprattutto, esorcizzava: gli spiriti immondi lo riconoscevano subito e lo imploravano di non rovinarli prima del tempo. La parola di Cristo, con la distruzione del male, aveva posto fine ai sacrifici di esseri viventi richiesti da qualche “dio”, ridando così la dignità di figlio di DIO ad ogni essere umano.
Ma per fare ciò Gesù ha sempre chiesto una sola cosa: di credere in Lui perché, senza fede, non è possibile salvarsi. Dio, infatti, ci lascia liberi anche di sceglierLo, non vuole obbligarci a fare ciò che non vogliamo.
Negli ultimi due secoli, però, l’uomo ha mutato il proprio cuore. Ciò avviene proprio quando non si entra più in chiesa, non si ascolta la Parola di Dio, ci si allontana dai sacramenti e si vive come se Dio non esistesse: allora la vita dell’uomo si svuota di qualsiasi significato.
Difficilmente chi entra in questa spirale riuscirà a rendersi conto dei cambiamenti che avvengono nella propria vita, né comprenderà la realtà che lo circonda perché, fuori dalla grazia di Dio, si ottenebra la mente e tutto appare possibile abolendo il concetto del peccato.
Così, nel tentativo di riempire una vita vuota di valori e di significato, le persone si rifugiano in tanti “dei” alternativi perché chi non crede in Dio finisce per credere in tutto.
Jean-Marie Baptiste Vianney, conosciuto come il Santo Curato d’Ars, diceva:”Cent’anni senza prete e la gente finirà per adorare gli animali.”
Ed è proprio ciò che è accaduto e la realtà ha persino superato la previsione del Santo Curato d’Ars.
Nel corso della storia gli uomini hanno sempre adorato molti “dei”. Ora, apparentemente, sembravano scomparsi ma, in realtà, sono restati latenti sotto la cenere per millenni, poi periodicamente si sono riproposti tra gli uomini.
Basterà ricordare ciò che si legge nel libro dell’Esodo: Mosè si allontanò solo 40 giorni per ricevere le tavole della Legge e, quando tornò tra gli Israeliti, essi già avevano costruito un vitello d’oro e lo idolatravano.
Così, gli “dei” sopra elencati, sono stati sostituiti da altri: il potere, il denaro, il sesso, l’alcol, l’idolatria del proprio corpo, gli sport estremi e molti altri ancora…qualsiasi cosa possa dare “sensazioni forti” e colmare il vuoto dell’anima.
Allora gli “dei”, per sopravvivere, hanno usato strategie. I nuovi “dei” paiono quasi una mutazione genetica di quelli antichi e, come gli “dei” antichi, essi richiedono la cosa senza la quale non possono sopravvivere: il sacrificio umano.
Gli “dei” più recenti sono ancor più pericolosi perché sono ben mimetizzati da un termine che è ormai divenuto quasi un mantra: i “diritti”.
A partire, infatti, dalla seconda metà degli anni ’60, con il “68” e il suo “vietato vietare”, con il rapido disfacimento dei valori della società, si è visto un proliferare di tutto ciò che è male agli occhi di DIO. Tutto veniva presentato e rivendicato come un diritto.
Per ognuno di questi “dei” sarebbe opportuna una spiegazione.
Cominciamo con l’aborto, oggi divenuto addirittura un diritto già in alcuni Paesi.
Ne è stato sostituito subito il nome perché la parola aborto evoca la morte, l’omicidio: allora si è passato all’interruzione volontaria della gravidanza (come se la gravidanza interrotta potesse essere ripresa in qualunque momento). È stato successivamente sostituito anche questo termine con “salute riproduttiva”: tale termine parrebbe evocare una cosa positiva, se non fosse che per salute riproduttiva si intende l’eliminazione di milioni di esseri indifesi: Sangue innocente che grida vendetta al cospetto di Dio.
Poi è arrivata l’eutanasia, legalizzata da anni in molti paesi e praticata per sentenze anche in Italia. Eppure Gesù era stato molto chiaro: «Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse:“Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”». (Lc 23, 28-31).
In seguito è stata la volta dell’eugenetica, di fatto praticata già da molto tempo.
Di recente la maternità artificiale/surrogata/trapianto d’utero, un vero abominio perché qui l’uomo, una creatura di DIO, con le sue miserie e sue imperfezioni vuole “scimmiottare” Dio e prova a fare il creatore. Senza considerare neanche l’aspetto etico e morale, basterà evidenziare che non vi è nulla di gratuito: i costi sono enormi e si sfruttano le madri, generalmente provenienti dai paesi poveri, come fossero incubatrici.
E cosa dire di Gea, la madre terra? In realtà un déjà-vu anche questo, perché il panteismo e paganesimo sono sempre esistiti ma, periodicamente, si ripresentano sotto altre spoglie.
In sostanza, in nome del “dio” ambientalismo non si dovrebbero prendere neanche gli aerei perché inquinano, non si dovrebbero usare le auto, si vorrebbe una deindustrializzazione radicale, si dovrebbero mangiare gli insetti – e non la carne – perché gli allevamenti sono poco sostenibili (termine di recente coniazione e non univoca definizione).
Ma la lista di cose da fare e da non fare sarebbe ancora più lunga. Un altro “dio” – sempre della stessa famiglia – è il maltusianesimo, secondo il quale, oltre alla deindustrializzazione, si dovrebbero eliminare anche alcuni miliardi di esseri umani perché utilizzano risorse della terra e producono anidride carbonica e quindi anche gli esseri umani non sarebbero sostenibili dal punto di vista ambientale, tanto che – recentemente – all’Onu per limitare gli effetti dei cambiamenti climatici si auspica l’aborto come una soluzione al problema.
Figlio della dea Gea è pure il “dio” elettrificazione (4 articoli dal 23 luglio 2023 e seguenti).
Dell’ultimo “dio” nato poi, sappiamo tutto. Conosciamo tutti i fatti degli ultimi anni, quando miliardi di persone sono state indotte a credere che il vaxxino fosse l’unica soluzione ai problemi sanitari. Solo in pochi però hanno denunciato le conseguenze dannose spesso verificatesi dopo la sua assunzione.
Sono dunque questi gli “dei” moderni ed essi pretendono sacrifici umani in modo diretto o indiretto; quindi, nulla di nuovo rispetto agli “dei” del passato. La ragione di ciò è individuabile nella comune origine: dietro ognuno si è sempre celata una sola persona, l’ispiratore “nascosto”, il mentitore sin dall’origine, l’angelo ribelle da sempre nemico di DIO, che vuole distruggere ogni Sua Creazione. In particolare vuole eliminare l’elemento più importante creato da Dio, l’uomo, per questo ha iniziato col distruggere la fede e la chiesa con i sacramenti attraverso i quali l’uomo può salvarsi dalla dannazione eterna.
In tal modo si possono comprendere anche gli avvenimenti del passato: la rivolta di Lutero, la rivoluzione francese, i “pensatori” da essa influenzata, le ideologie sanguinarie del ‘900, il ’68, gli obiettivi della rivoluzione femminista fino agli pseudo “diritti” di oggi.
I risultati si possono vedere con la dissoluzione dell’elemento fondante della società, la famiglia.
Cosa fare allora? Come difendersi? Bisogna rassegnarsi?
Il salmo 118,8-9 ci ricorda: “È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo. È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti “.
In duemila anni di storia, innumerevoli sono gli episodi in cui il popolo si è rivolto A Dio (l’Unico Dio). Persino Re e principi, in passato, non disdegnavano di mettersi alla testa di processioni eucaristiche con tutto il popolo, insieme al vescovo che portava per le strade il Santissimo Sacramento per invocare misericordia in ogni occasione: guerre, carestie, epidemie, siccità.
Ad esempio, si potrebbe ricordare quando Leone Magno, nel 452, intimorì ed atterrì Attila, il re degli Unni, invocando la presenza degli Apostoli Pietro e Paolo e salvando Roma dalla devastazione (la scena che racconta l’episodio è incisa su marmo e si può vedere a Mantova).
Oppure nel 492, quando il re barbaro Odoacre assediò Siponto: il vescovo ed il popolo in preghiera ottennero dall’Arcangelo Michele la promessa della vittoria. Ci fu allora una tempesta di sabbia e grandine che fece fuggire spaventati gli invasori.
Ed ancora, durante la peste del 1656 – che colpì gran parte dell’Italia – l’arcivescovo di Lucca Alfonso Puccinelli decise di contrastare l’epidemia rivolgendosi a san Michele con preghiere e digiuni. Ancor oggi, nella chiesa di San Michele in Foro, si può leggere: “AL PRINCIPE DEGLI ANGELI – VINCITORE DELLA PESTE – PATRONO E CUSTODE – MONUMENTO DI ETERNA GRATITUDINE – ALFONSO PUCCINELLI – 1656.
Sempre in tema di peste, si ricorda anche quella della seconda metà del 1300, la peste nera che colpì l’Europa: anche in quell’occasione, attraverso l’intercessione di san Rocco da Montpellier, ci furono città che ne uscirono indenni (ad esempio Sora).
Nel vecchio Testamento troviamo tre episodi che dimostrano come, con la preghiera rivolta a Dio con fede, si può ottenere tutto: Mosè che vinse Amalek con le mani alzate al cielo, pregando Dio (Es 17, 9-13); Giosuè che conquistò Gerico, dopo aver fatto crollare le sue mura con la preghiera (Gs 6,1-5); Giona che salvò Ninive dalla distruzione facendo pentire tutta la città (Gn 3,1-10).
Oggi, invece, si assiste ad una secolarizzazione senza eguali nella storia della Chiesa: la fede non viene più trasmessa dai genitori ai figli ed essi crescono senza alcuna guida e capacità di discernimento, sotto un martellante bombardamento mediatico di trasmissioni di ogni tipo, con la scuola che pare abbia smesso di educare e di pretendere educazione dagli allievi, o comunque divenuta impotente. Talvolta, anzi, pare che educhi secondo i disvalori alimentati da una società materialistica e poco etica. I giovani in tal modo crescono deprivati dei valori essenziali all’umanità con l’unica ambizione della conquista di soldi facili, sesso, alcool, droga, divertimenti, sensazioni forti.
Appare allora urgente iniziare un nuovo cammino di fede poiché, come si legge in Is. 45,21.22, “Manifestate e portate le prove, consigliatevi pure insieme! Chi ha fatto sentire quelle cose da molto tempo e predetto ciò fin da allora? Non sono forse io, il Signore? Fuori di me non c’è altro Dio; Dio giusto e salvatore non c’è fuori di me. Volgetevi a me e sarete salvi, paesi tutti della terra, perché io sono Dio; non ce n’è altri. “.
I magi, che erano tre re, uomini di scienza ricchi e saggi, duemila anni fa andarono a cercare un Bambino nato in una umile grotta: “videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono” (Mt 2,11).
Bisogna fare allora come i magi che andarono a Betlemme ad omaggiare Gesù: sono essi la risposta, ancor oggi, ai quesiti odierni. Anche per noi arriva l’invito di abbandonare le chimere per cercare il vero Bene: Gesù. Approfittiamo, quindi, per andare ad adorare il Santissimo Sacramento nelle chiese dove ancora viene esposto solennemente, approfittiamo dei momenti di grazia che ci vengono concessi per convertirci. Facciamo anche noi come i magi che alla nascita di Gesù percepirono la straordinarietà dell’evento che stavano vivendo: per questo, illuminati dalla luce di Dio, si prostrarono e adorarono un Bambino. Era il Re dei Re, la Luce del mondo, un bimbo nel quale si è incarnato un Dio, l’unico Dio.
Ma c’è anche un altro esempio da imitare dei magi, la parte finale: “…per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Mt 2,12). Cosa vuol dire? Vuol dire che i magi, una volta incontrato Gesù, cambiano strada: non solamente la strada da percorrere fisicamente bensì mutano anche il proprio atteggiamento, si convertono (metànoia: cambiar parere, meta, intendere, pensare).
Ecco allora l’invito per noi, il messaggio da cogliere nella saggezza dei Magi: abbandoniamo tutti gli “dei“ che non salvano – perché non possono salvare -e torniamo a Dio.
Lo stesso papa Francesco, in un’omelia del 6 gennaio di un paio di anni fa, ebbe a dire: “Chi non adora Dio adora il diavolo”.
Riflettiamo su questo ed approfittiamo del tempo che ancora ci viene concesso perché, come scrisse Santa Faustina Kowaska, Gesù disse: ”Chi non vuole passare attraverso la porta della Misericordia, deve passare attraverso la porta della Mia giustizia” (versetto 1146).
Ai nuovi idoli dà manforte anche il Vaticano. Il dio vaccino è diventato un atto d’amore e svelati ora tutti i danni provocati a gente obbligata a farli il Sig. Bergoglio non ha nemmeno la decenza di chiedere scusa del suo comportamento. Tra l’altro in duemila anni di storia mai si erano chiuse le Chiese. Altro dio del vaticano l’ambientalismo al quale Bergoglio non sfugge l’occasione per decantarne la necessità. Mi fermo per carità cristiana ma lo sfacelo in questa Chiesa è evidente
e nonostante ciò il problema più importante sembra la benedizione agli omosessuali o l’accettazione dell’eutanasia proposta da Paglia.