Due prede facili

Due prede facili

di Olga Serina

UNA REGINA TANTO BUONA DA MANGIARE

 

Ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente casuale.

 

Sonia e Marina sono due prede facili. La prima molto anziana è di indole poco avveduta, la seconda, malata psichiatrica grave.

Intorno a loro si aggirano tanti avvoltoi intenti a divorarne ogni sostanza, ma visto che a poca distanza esiste la figlia che ha tutte le buone intenzioni e il dovere di tutelare mamma e sorella, sarebbe necessario per questi sciacalli tenere lontano più possibile quello che per il loro intento sarebbe di impedimento, per cui non mancano di infangarla con maldicenze e di annichilire la sua immagine, descrivendola come quella di un mostro agli occhi di Sonia e Marina.

Silvana ha sempre creduto che le motivazioni principali dell’ostilità di Anna nei suoi confronti siano l’invidia e la gelosia e che gli interessi economici siano marginali, ma col tempo, analizzando bene tutti i dettagli della storia, si rende conto sempre di più che il motivo predominante della condotta di Anna è invece l’avidità, ovvero il suo forte desiderio di ricevere un’importante somma a titolo di donazione o eredità dalla zia Sonia.

Sin da giovane Sonia non si accorgeva né prima, né dopo, quali fossero le persone che volessero approfittare della sua poca avvedutezza.

Anna, avendo scoperto che la zia ha un debole per lei, a differenza degli altri nipoti, mima un affetto speciale e una forma di vicinanza, coltivata però soltanto attraverso il telefono, una specie di affetto smart working.

Per far giungere a compimento i suoi piani, Anna avrebbe bisogno che sua zia non solo detesti la figlia Silvana, ma arrivi persino a ripudiarla.

Anna si accanisce più di prima contro sua cugina dopo che lei aveva denunciato per appropriazione indebita fra Carmelo, un millantatore, ciarlatano, poiché Anna a quel punto si sentiva minacciata per via della forte complicità che lei aveva col finto frate ( di cui si era invaghita Marina) complicità che si estendeva ad Ines, amica di Sonia e di Marina e di conseguenza con l’avvocato disonesto, quello che Anna aveva fatto subentrare al precedente, di su iniziativa, dato che la zia anziana non era stata in grado di opporsi.

Intanto la parentela, essendo stata ingannata da Ines e da Anna, attraverso le maldicenze, arriva a credere che Silvana non si occupi della madre e della sorella malata.

Di conseguenza Silvana, oltre alla sofferenza per la malattia della sorella, deve anche sopportare queste calunnie.

Anna però non fa caso che Sonia ha una natura molto diversa, benché condividano molti aspetti del carattere, a differenza sua, la zia non è capace di provare passioni molto forti, sia nel bene che nel male. In pratica Sonia non è e non arriverebbe mai ad essere cattiva quanto lo sia lei.

Sonia si rende conto delle trame di cui era stata vittima solo quando la figlia prende in mano la situazione in seguito all’incarico tutelare, dimostrando con la sua presenza e la sua dedizione che solo lei è la persona di cui può fidarsi e su cui può contare.

Anna aveva sempre pensato che sua zia fosse smaliziata almeno quanto lei, ma lei non lo era quasi per niente. Questo errore di valutazione da parte di Anna iniziò a minare l’esito del piano, che poi fallì del tutto quando vide che sua zia molto anziana era ormai amministrata dalla figlia. Anna non aveva messo in conto che tutto ciò che sarebbe dovuto rimanere un segreto tra loro due, proprio per la natura ingenua di quest’ultima, ogni segreto veniva alla luce, quindi Sonia in passato era arrivata a confidare alla figlia che sarebbe stata sua intenzione formalizzare un testamento in cui poter destinare una consistente somma alla nipote preferita, Anna.

Non era un caso se Sonia e Marina dicevano a Silvana che in futuro avrebbero desiderato l’avvocato (disonesto) come amministratore di sostegno, pur pagandolo e non Silvana (che lo avrebbe fatto gratuitamente) altrimenti Ines non si sarebbe più fatta vedere e loro avevano il terrore che lei si allontanasse da loro. Per questo motivo Ines se ne approfittava. L’avvocato disonesto avrebbe continuato a permettere di far prosciugare dai truffaldini di turno sia il conto di Sonia che il conto di Marina.

In verità Marina e Sonia erano state ormai suggestionate da queste persone, che per raggiungere il loro diabolico scopo, erano state capaci di distruggere il legame affettivo tra loro e Silvana. Lo stesso aveva fatto il frate millantatore, che sperava di contraffare tutti gli altri assegni che aveva rubato a Sonia, se non fosse subentrata Silvana come amministratore di sostegno e lo stesso piano diabolico aveva Anna, ambire all’eredità della zia.

La sua forza si fondava sulle bugie di Ines, protocollate come verità, che Anna a sua volta arricchiva con altre bugie aggiunte.

Anna, per una questione di avidità pura, oltre alla gelosia e invidia nei confronti di Silvana, conoscendo la generosità della zia, aveva fatto una guerra sovvenzionata dalla stessa zia, per tenere lontana Silvana e in cui la zia stessa ne usciva danneggiata. Per non parlare di Marina che peggiorava dal punto di vista mentale.

Soltanto quando finalmente Silvana fu nominata amministratore di sostegno della madre e della sorella, il piano di Anna, di Ines e del frate millantatore fallì e tutti si dileguarono.

Anche Sandro, il cugino di Silvana, rimasto deluso perché ambiva a convivere con Luca, il figlio problematico di Silvana (non certo per ragioni caritatevoli ) quando gli altri avevano perso la loro battaglia, anche lui si volatilizzò, rendendosi conto che ormai la sua sporca storia era diventata di dominio pubblico e i suoi genitori si erano eclissati seguendo le sue orme.

Molte volte nelle famiglie si innescano questi fenomeni, dove si aprono guerre per questioni di interessi, ma sarebbe impensabile come mai questa ambizione possa scaturire in una nipote. Con quale pretesa Anna pensava di poter ricevere l’eredità o anche una parte della stessa, se la zia anziana aveva due figlie e due nipoti? Con quale titolo?

La stessa pretesa aveva Ines, anche lei estranea, aveva propositi identici. Lo stesso intento l’aveva il frate millantatore, ma dopo la denuncia sparì dalla scena.

La cosa più sconcertante di questa triste vicenda è che Anna, Ines, Sandro e i suoi genitori, pur dinanzi all’evidenza del grave reato commesso dal finto frate, in attesa dell’agognata sentenza, continuavano a difenderlo e a sostenerlo. Evidentemente erano tutte persone della stessa pasta. Non esistevano altre spiegazioni.

Anna a suo modo aveva architettato un piano perfetto per escludere dalla scena sua cugina, considerata come rivale, pensando di annientarla come farebbe un predatore con la sua preda, ma avendone sottovalutato le risorse, alla fine si ritrovò ad essere lei la preda in fuga.

Tutte le persone che non hanno valori e quindi non conoscono il rispetto umano, considerano i soldi come unico valore della loro vita e per i soldi sarebbero disposti a tutto.

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