Conosciamo Sant’Alfonso Maria De’ Liguori

Conosciamo Sant’Alfonso Maria De’ Liguori

di Mariella Lentini*

TRA I SANTI E I BEATI CHE SI FESTEGGIANO OGGI (Beate 11 Martiri di Nowogródek, Beato Alessio Sobaszek, Santa Almeda, Sant’Arcadio di Bourges, Beato Benvenuto Maria da Dos Hermanas (Giuseppe de Miguel Arahal), San Buono, Beata Chiara, venerata ad Orleans, Santi Domenico Nguyen Van Hanh (Dieu) e Bernardo Vu Van Due, Sant’ Eleazar, Beato Emerico di Quart, Sant’Essuperio di Bayeux, Sant’Ethelwold (Etelvoldo), San Felice di Gerona, Beato Francesco de Asís Arias Rivas, Beato Francesco Morales Valenzuela, Santi Friardo e Secondello di Vinduneta, Beato Gerhard Hirschfelder, San Gionato di Marchiennes, Beato Giovanni Bufalari da Rieti, Beato Giovanni Maria Coca Saavedra, San Leo (Leone) di Montefeltro, Santi Maccabei, Sette fratelli, Beata Maria Borromea (Weronika Narmontowiz), Beata Maria Canuta di Gesù nel Giardino dei Getsemani (Jozeka Chrobot), Santa Maria Consolatrice di Verona, Beata Maria Daniela di Gesù e Maria (Eleonora Aniela Jòzwik), Beata Maria Eliodora (Leokadia Matuszewska), Beata Maria Felicita (Paulina Borowik), Beata Maria Guidona della Misericordia Divina (Helena Cierpka), Beata Maria Imelda di Gesù dell’Ostia (Jadwiga Karolina Zak), Beata Maria Raimonda di Gesù e Maria (Anna Kukolowicz), Beata Maria Sergia della Madonna Addolorata (Julia Rapici), Beata Maria Stella del Santissimo Sacramento (Adelaide Mardosewicz), Beato Nicola de la Torre Merino, Beato Orlando, Santi Pellegrino e Bianco, Beato Pierre-Lucien Claverie, San Pietro Favre, San Pietro in Vincoli, San Procopio di Taormina, Beato Rodolfo, San Rubil (Ruben), San Severo, Beato Tommaso Welbourne, San Vero I di Vienne, Beato Vincenzo Montserrat Millán) RICORDIAMO UN SANTO CAMPANO

«Tu scendi dalle stelle / o Re del cielo, / e vieni in una grotta al freddo e al gelo. / O Bambino mio divino, / io ti vedo qui a tremar. / O Dio beato! / Ah quanto ti costò l’avermi amato!».

Quanno nascette Ninno, a Betlemme, questa famosissima canzoncina di Natale, intonata dai bambini di tutto il mondo, è stata composta dal santo festeggiato oggi. Alfonso Maria de’ Liguori nasce a Marianella (Napoli) nel 1696 in una ricca e nobile famiglia. Primo di otto figli, Alfonso viene educato ai valori religiosi dalla madre Anna Cavalieri. È talmente intelligente che, a soli dodici anni, si iscrive all’università dove si dedica con successo agli studi umanistici e giuridici.

A sedici anni si laurea e diventa avvocato grazie a una speciale dispensa, data la giovane età. La sua carriera è sfolgorante. Tutta Napoli accorre ad ascoltare il giovanissimo avvocato che incanta con la sua straordinaria oratoria. Intanto Alfonso si dedica anche ad altre attività artistiche in cui eccelle: scrive poesie, dipinge, suona il clavicembalo, compone canti. Trova pure il tempo per aiutare il prossimo come volontario presso l’Ospedale degli Incurabili. Un giorno rimane profondamente deluso quando, dopo aver difeso in buona fede un cliente, inaspettate prove rivelano la sua colpevolezza. De’ Liguori decide di abbandonare la sua brillante carriera e, contro la volontà del padre Giuseppe che vorrebbe farlo sposare con una nobile, a trent’anni diventa sacerdote.

Devotissimo alla pratica del Rosario, Alfonso è un predicatore ascoltato da tutti, ma il suo sguardo è rivolto verso gli analfabeti, i pastori e i miseri contadini che abitano nelle periferie degradate di Napoli dove nessuno si reca, nemmeno il clero. De’ Liguori desidera migliorare la loro condizione d’arretratezza culturale ed economica. Fonda, quindi, la Congregazione dei Redentoristi che svolgono il loro apostolato tra gli strati più umili di Napoli. Viene, poi, nominato vescovo di Sant’Agata de’ Goti (Benevento) dove durante una carestia vende la sua carrozza per comprare cibo agli affamati. Muore a Nocera de’ Pagani (Salerno), nel 1787, a 91 anni.

Dottore della Chiesa e patrono di Napoli con san Gennaro, de’ Liguori è protettore di avvocati, confessori e teologi e protegge contro l’artrite. Lascia oltre cento opere scritte. Le sue parole fanno riflettere: «Oh quanti uomini vivono gonfi di se stessi per sapere di matematica, di belle lettere, di lingue straniere e di certe notizie di antichità, che niente conducono al bene della religione e niente giovano al profitto spirituale! Ma a che servirà la scienza di queste cose a molti che sanno tante belle cose, e poi non sanno amare Dio e praticar la virtù?».

 

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Grazie Mariella. Come sempre!