Gli anziani, e non i giovani, sono oggi la speranza del nostro mondo

Gli anziani, e non i giovani, sono oggi la speranza del nostro mondo

di Pietro Licciardi


CUSTODI DEL RICORDO DI UN MONDO NON ANCORA ALLA ROVESCIA POSSONO ANCORA DARE FASTIDIO AI “POTENTI”, CHE LI VOGLIONO FAR FUORI CON L’EUTANASIA

Domenica scorsa, 28 Luglio, si è celebrata la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, voluta da papa Francesco il 31 gennaio 2021 in prossimità della memoria liturgica dei santi Gioacchino e Anna, i “nonni” di Gesù, che nel calendario della Chiesa cattolica di rito latino cade il 26 Luglio.

A differenza delle moraliste, ideologiche e stupide “Giornate” con le quali il mondo laico e laicista ha riempito il calendario per celebrare la donna, l’8 marzo, il velo islamico e il gatto, il primo e 17 Febbraio, l’orso polare, il 27 Febbraio, fino alla giornata mondiale della Nutella, del sonno, della carbonara e dell’orgasmo; quella dedicata ai nonni è una data da ricordare per diversi buoni motivi.

Tralasciando il talvolta stucchevole anche se doveroso richiamo a non abbandonare i nonni e gli anziani, che in questa società che ha elevato al rango di divinità l’efficienza fisica e la produttività e di conseguenza buttato in un angolo chi ormai di efficienza fisica e produttività ne ha ben poca, sarebbe opportuno riflettere sul bene inestimabile di cui oggi gli anziani sono portatori: la memoria.

I nonni sono quelli che hanno conosciuto un mondo che ancora girava per il verso giusto; non ancora completamente rincretinito dalle ideologie – ambientaliste, globaliste, immigrazioniste, omosessualiste… – e imbambolato dai social e da internet. Erano quelli, tanto per dirne una, che andavano a ballare per divertirsi, conoscere ragazze, socializzare e non per “sballarsi” o schiantarsi contro un albero rimbambiti da alcool, droga e decibel. E erano anche quelli che in autobus cedevano il posto alle signore e alle donne incinte; che conoscevano e praticavano la solidarietà, quella vera, e non quella sbandierata in piazza con contorno di molotov e sampietrini.

Gli anziani di oggi sono quelli insomma che ancora potrebbero rimettere a posto una società e un mondo sempre più in frantumi e avviato a passo di corsa verso il proprio suicidio culturale e morale, pronto per diventare preda di ideologi e oligarchi che ancora una volta hanno pianificato a tavolino la società perfetta. Perfetta per loro e un inferno per noi, ovviamente.

Proprio per questo probabilmente dei vecchi ci si deve dimenticare. Lo si fa rendendo sempre più difficile alle famiglie occuparsi dei propri genitori, costringendo marito, moglie, compagno, compagna, a lavorare entrambi tutto il giorno per miseri stipendi che permettono di acquistare o affittare case sempre più minuscole, nelle quali scarseggia lo spazio per il figlio, ormai unico quando c’è, figuriamoci per i genitori. Oltretutto diventati quattro per ciascun nucleo familiare, che si restringe sempre più a causa di una natalità che da almeno quarant’anni a questa parte si è andata progressivamente riducendo. Una volta almeno ad occuparsi degli anziani c’erano i fratelli, le nuore, le cognate. Oggi soltanto un figlio, ripetiamo: quando c’è.

Mentre una volta gli anziani erano il centro della famiglia, custodi della storia familiare col racconto delle gesta dei progenitori, che trasmettevano esperienze di vita, evitando a figli e nipoti di ricadere negli stessi errori – per quanto i giovani abbiano sempre avuto la stupida tendenza a fare sempre di testa loro – , che comunicavano valori e aiutavano i genitori nell’istruzione religiosa dei bambini, oggi sono messi da parte, senza neppure un nipotino al quale raccontare la favola del tempo che fu, affidati come sono alle “cure” di uno Stato che già dagli asili nido inculca gli insani principi della nostra decadente inciviltà occidentale.

Non solo, ma per essere sicuri che il processo di indottrinamento per l’edificazione della nuova società “inclusiva”, green, lgbt ecc…, pedofila, e senza più religione e identità sia irreversibile i vecchi li si vuole fisicamente eliminare con l’eutanasia; oggi spacciata ancora per una “libera” scelta di “dignità”; domani quasi certamente obbligatoria di fronte al numero crescente di nuovi anziani soli e miserandi per aver disprezzato la stabilità della famiglia fondata sul matrimonio, aver consumisticamente dilapidato i loro averi, aver preferito la compagnia di cani e gatti a quella dei figli.

Dunque, cari anziani, diamoci una mossa perché siamo noi il futuro e non i giovani, che in gran parte hanno mostrano di aver perso il senno, confusi dalle sirene di un progresso e di una “civiltà” che ci sta rapidamente riportando al tempo delle caverne. Resistiamo e lottiamo per raddirizzare questo mondo al contrario. Facciamolo parlando con i giovani, insegnando loro, educandoli, informandoli, facendogli conoscere buoni libri… Buttiamo in questo modo tanta sabbia negli ingranaggi della macchina del potere, apertamente satanico (si vedano l’Eurofestival e Parigi 2024) che ci vuole buttare nella discarica della storia.

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