Conosciamo San Leopoldo Mandic

Conosciamo San Leopoldo Mandic

di Mariella Lentini*

TRA I SANTI E I BEATI CHE SI FESTEGGIANO OGGI (Santi Abdon e SennenSant’Angelina, Beato Arnaldo Amalrico (Arnaud Amaury), Beati Braulio Maria (Paolo) Corres Díaz de Cerio e 14 compagni, Beati Edoardo Powell, Riccardo Fetherston e Tommaso Abel, Sant’Epilecio di Metz, Santa Ermengitha di Munster-in-Thanet, San Gerardo Lutzelkolb, Santa Giulitta di Cesarea di Cappadocia, Beato Giuseppe Frías Ruiz, Beato Giuseppe Garrido Francés, Beati Giuseppe Maria Muro Sanmiguel, Gioacchino Prats Baltuena e Zosimo Izquierdo Gil, Beato Giuseppe Muñoz Calvo, San Giuseppe Yuan Gengyin, Beato Giusto Vicente Martínez, Santa Godeleva, Beato Jaume Puig Mirosa, Beato Mannes (Manno) Guzman, Santa Maria de Jesus Sacramentado (Venegas de la Torre), Beata Maria Vicenta di S. Dorotea Chávez Orozco, Santa Massima, Donatilla e Seconda, Beato Matteo (Santiago) de Prado Fernández, Sant’Olof III Skötkonung, Sant’Orso di Auxerre, San Pietro Crisologo, Beato Pietro Ruiz de Valdivia Pérez, Beato Sebastián Llorens Telarroja, Beato Sergio Cid Pazo, San Silvano, San Terenzio di Imola ) RICORDIAMO UN SANTO CROATO

Il santo festeggiato oggi è molto amato a Padova. Piccolo di statura, non arriva al metro e quaranta, San Leopoldo Mandic, diventa un “gigante” al servizio di Dio. Nasce nel 1866 in Croazia, a Castelnuovo di Cattaro, in una numerosa famiglia. I suoi genitori lo chiamano Bogdan. Undicesimo di dodici figli, già da ragazzino Bogdan decide di dedicare la sua vita al sacerdozio. All’età di sedici anni entra in seminario a Udine, nell’Ordine Francescano, e nel 1890 viene ordinato sacerdote a Venezia, cambiando il suo nome in Leopoldo. Vorrebbe partire missionario, ma la sua salute cagionevole glielo impedisce. Non può neppure fare il predicatore per un difetto di cui soffre nel parlare. Così rimane a Padova dove per tutta la vita, senza concedersi mai una vacanza, si nasconde dentro a un confessionale (una umile e vuota celletta con appeso a una parete il crocifisso), accogliendo i fedeli e ascoltando suppliche, peccati, dolori, fallimenti, difficoltà. Quante conversioni avvengono grazie al “piccolo grande” frate francescano!

Nel 1923 lo trasferiscono a Fiume per confessare i cattolici slavi. Ma Padova insorge. Il popolo rivuole il suo confessore. Tanto è il clamore che, dopo qualche settimana, il vescovo di Padova decide di richiamarlo nella città veneta. Il piccolo frate non ha una grande cultura, non scrive grandi opere, non fonda associazioni, ospedali o scuole. Eppure la sua grandezza si trova proprio nella sua umile vita, interamente dedicata agli altri, trascorsa dentro al confessionale. Tanto è vero che alla fine della sua esistenza, malato viene ricoverato in ospedale e anche in questo luogo non fa altro che confessare, con la sua proverbiale pazienza, chi si rivolge a lui con cuore sincero per avere consiglio, conforto, consolazione; per ritrovare una nuova vita (con più speranza, più gioia, più entusiasmo) e una nuova fede, grazie alle parole di Fra Leopoldo e al suo dolce sorriso.

Muore nel 1942 e ancora oggi nel santuario dove è sepolto, a Padova, tanti pellegrini si recano a fargli visita, per rivolgergli una preghiera, per chiedere una guarigione. Al santuario arrivano lettere da ogni dove, indirizzate a San Leopoldo Mandic (Piazza Santa Croce 44, 35123 Padova), proclamato protettore dei malati di tumore. E tanti sono i miracoli di guarigione di cui si ha notizia, di malati anche in fin di vita che ritrovano improvvisamente e inspiegabilmente la salute, dopo una preghiera rivolta al “gigante” del Signore.

 

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