Conosciamo San Guglielmo Pinchon

Conosciamo San Guglielmo Pinchon

di Mariella Lentini*

TRA I SANTI E I BEATI CHE SI FESTEGGIANO OGGI (San Berio, Beato Bernardino da Perugia, San Callinico di Gangra, Beato Carlo Nicola Antonio Ancel, San Felice, Beato Giovanni Battista Egozcuezàbal Aldaz, San Giovanni Battista Lou Tingyin, San Giuseppe Zhang Wenlan, Beato José Calasanz Marqués, Beato Julián Aguilar Martín, San Lazzaro di Betania, Santi Lucilla, Flora, Eugenio e compagni, Beati Lucio Martinez Mancebo e 7 compagni, Beati Ludovico Bertrán, Mancio della Santa Croce e Pietro di Santa Maria, San Lupo di Troyes, Santa Maria di Betania, Santa Marta di Betania, Santa Marta Wang Louzhi, Sant’ Olav II Haraldsson, San Paolo Chen Changpin, Beato Pietro, San Prospero di Orleans, Santa Serafina di Mamie, Santi Simplicio, Faustino, Viatrice (Beatrice) e Rufo, Beato Urbano II) RICORDIAMO UN SANTO BRETONE

Di umili origini, Guglielmo Pinchon nasce a SaintAlban (Bretagna, Francia) nel 1180. Un giorno, mentre è a casa di un ricco signore, una ragazza tenta di sedurlo. Guglielmo non intende corrispondere ai sentimenti della fanciulla e, per non cadere in tentazione, scappa via. In cuor suo sente di voler diventare un sacerdote. Compie i suoi studi nella città di SaintBrieuc dove si distingue per intelligenza e grandi virtù di saggezza, bontà, generosità. I suoi superiori hanno immensa fiducia in lui e, dopo averlo nominato sacerdote, si avvalgono della sua collaborazione. Il suo destino è diventare vescovo tanto è amato dal clero e dalla gente.

In quegli anni la Bretagna era governata da un nobile superbo, avido e ingiusto, il duca Pietro Mauclerc di Dreux, che affliggeva il popolo con continui balzelli e li sottoponeva ai saccheggi, senza badare a cingere le mura della città. I poveri diventavano ancora più poveri e c’era tanto bisogno di un vescovo coraggioso che desse il buon esempio, che mettesse in pratica il messaggio cristiano, che avesse a cuore le sorti dei più deboli, senza timore di scagliarsi contro l’arrogante tirannia per difendere i loro diritti. Guglielmo Pinchon si mette al servizio del popolo: si reca per le strade con una borsa piena di denaro da dare in elemosina e le porte del vescovado sono sempre aperte per distribuire cibo ai diseredati. Tutto quello che riceve o possiede è destinato ai bisognosi e mangia pochissimo per risparmiare le vivande da donare a chi non ne ha. Molto umile, pur essendo vescovo, Guglielmo si inginocchia per accendere il fuoco e si carica sulle spalle un pesante tino per donarlo a una povera donna che ha bisogno di lavarsi.

Non ha mai voluto sentirsi superiore ai suoi sottoposti tanto che quando un sacerdote è ospitato in casa sua, i letti devono essere sistemati sullo stesso livello e non lui in alto e l’altro per terra. Un giorno compie un miracolo. Una donna malata va a chiedergli l’elemosina. Guglielmo le regala del denaro e la donna va via. Il vescovo si commuove, piange e pensa ancora a lei, le fa preparare un piatto con cibi nutrienti da consegnarle a casa. La trovano a letto in gravi condizioni. Guglielmo prega per la sua guarigione e la donna guarisce. Il santo muore tra il 1234 e il 1241 a SaintBrieuc. Da allora numerosi miracoli sono avvenuti per sua intercessione.

 

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