Olimpiadi 2024, il commiato della Francia

Olimpiadi 2024, il commiato della Francia

di Pietro Licciardi

LA CERIMONIA IN MONDOVISIONE HA SANCITO IL DEFINITIVO DIVORZIO DEI TRANSALPINI COL NOSTRO CONTINENTE

Con la cerimonia di apertura della edizione 2024 delle Olimpiadi la Francia ha dichiarato in mondovisione il proprio commiato dall’Europa, avendo negato tutto ciò che ha costituito e ancora costituisce l’identità di questo nostro continente, che senza l’annuncio cristiano non sarebbe che una appendice geografica dell’Asia.

Quello della Francia è un commiato preparato da lungo tempo, da quando cioè ha fatto irruzione in quella che fu la figlia prediletta della Chiesa la rivoluzione protestante e soprattutto da quando l’ideologia illuminista ha infettato le menti e i cuori dei francesi, fino all’esplosione della Rivoluzione borghese e giacobina del 1789, madre di tutti i successivi totalitarismi, che portò alla perversione i concetti di Libertà la Fraternità ed Eguaglianza, una volta privati del loro substrato cristiano.

La Francia odierna è il punto di arrivo, e probabilmente di non ritorno, di questo plurisecolare processo, che ha laicizzato fin nel midollo la società transalpina, privandola di ogni slancio ideale e morale, ormai ripiegata sul proprio laico e ateo egoismo, in attesa di scomparire sotto la spinta islamizzatrice di una immigrazione in parte eredità del proprio passato coloniale e in parte indotta dai nuovi padroni del mondo. Gli stessi che a Davos, a Bruxelles e in altri oscuri ed esclusivi circoli stanno pianificando – in odio alla identità cristiana dell’Europa – per tutti noi lo stesso infausto destino della Francia.

La cerimonia di apertura ha mostrato tutta la decadenza di un Paese che rincorre i pruriti omoerotici della infima minoranza Lgbt prendendo a schiaffoni la dignità della stragrande maggioranza dei suoi cittadini, compresi gli islamici – che, ricordiamolo, gli omosessuali li buttano giù dai minareti – i quali hanno da oggi ancora più motivi per disprezzare e combattere un mondo che, a quanto pare a buon diritto, ritengono marcio, corrotto e decadente; ormai maturo per essere sottomesso.

E chissà se il giogo islamico sia quel che ci vuole per fare aprire gli occhi a tutti quelli che oggi sputano allegramente su quella cultura e quella tradizione che garantisce loro la libertà. Anche di offendere, denigrare, insozzare ciò che gli altri hanno di più caro.

Questi sinistri individui corti di intelletto non conoscono infatti il linguaggio del dialogo e del confronto civile, che caratterizza gli spiriti nobili e colti, e forse bisognerebbe cominciare ad usare – per il loro bene ovviamente e metaforicamente parlando – il linguaggio del bastone, come si faceva una volta con i pargoli troppo discoli e disubbidienti. Linguaggio che oltretutto i vigliacchi summenzionati conoscono e temono. Infatti se la prendono solo e soltanto con i cattolici e mai con i mussulmani, che a certe provocazioni rispondono con le bombe e il coltello.

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