Le lettere dal carcere di Guareschi

Le lettere dal carcere di Guareschi

di Paola Liberotti

L’EPISTOLARIO DI GIOVANNINO GUARESCHI

Chi non conosce Giovannino Guareschi, lo scrittore italiano più letto del Novecento e uno dei più amati, grazie soprattutto ai celebri film tratti dai suoi libri, tuttora riproposti e seguiti da tantissimi spettatori? Eppure questo grande scrittore, giornalista e uomo libero riuscì, nonostante la sua innegabile simpatia, ad avere anche degli implacabili nemici. Infatti nel 1954 subì una querela per diffamazione che lo portò alla condanna ad oltre un anno di prigione: tra il 1954 e il 1955, Giovannino Guareschi, allora direttore del “Candido”, trascorse tredici mesi in carcere a Parma, dopo aver pubblicato sul suo giornale due lettere attribuite ad Alcide De Gasperi, condannato per diffamazione a causa del duro commento che le accompagnava. Convinto di aver subito un torto perché non gli era stata data la possibilità di difendersi, Giovannino decise di non presentare appello e di scontare comunque la pena; dopo l’esperienza del carcere, seguirono sei mesi di arresti domiciliari.

Recentemente il figlio Alberto ha curato la pubblicazione dell’epistolario intercorso durante la carcerazione tra Guareschi e la moglie Ennia: il libro ha il titolo “Caro Nino ti scrivo – Giovannino Guareschi in carcere”, edito da Rizzoli (pagg. 384, euro 13,50), e permette al lettore di oggi di far luce riguardo uno dei momenti più controversi della vita del grande autore. Si tratta di una testimonianza preziosa, arricchita da numerose illustrazioni nel testo e nell’inserto a colori, raccolta ed elaborata attraverso numerose fonti, molte delle quali inedite: le memorie dei familiari, degli amici e dei collaboratori; il memoriale del maresciallo delle guardie carcerarie Mario Pellegrinotti, diventato amico dell’illustre prigioniero, le migliaia di lettere e cartoline spedite dai lettori e soprattutto gli scambi epistolari di Guareschi, tra cui in particolare le lettere inviate alla moglie Ennia, “la Vedova Provvisoria”, che gli rispondeva chiamandolo con il suo antico diminutivo, Nino.

Quello che emerge a tutto tondo è il ritratto umano e profondo di un Autore geniale e anticonformista per eccellenza: non solo fine umorista, il quale ha “pagato” coraggiosamente un caro prezzo in nome della sua fiera indipendenza intellettuale.

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