Il progressismo woke mostra il suo putridume

Il progressismo woke mostra il suo putridume

A cura della Redazione 

ALCUNE RIFLESSIONI SOCIAL

“La Francia aveva un’opportunità per comunicare al mondo la sua storia plurimillenaria, le sue glorie passate, il suo inestimabile contributo alle arti e alla scienza, e invece ha deciso di usare la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi per dire: ‘Siamo gay’ “.

Così ha scritto su Facebook Daniele Scalea, Presidente del Centro Studi Machiavelli. Come dargli torto. E come contestare cosa ha scritto correttamente l’ingegner Francesco Valli: “L’imperante progressismo woke ed una squallida politica di propaganda sono arrivati a permeare ogni aspetto della vita.
Le Olimpiadi non sono che l’ennesimo teatro dove buffoni, malati di mente, clown, casi umani e p*ttane politiche possono dare il peggio di sé.
L’illuminismo declinante mostra al mondo il suo maleodorante putridume”.

Interessante anche la riflessione della bioeticista Giulia Bovassi.

“Come costringere i genitori a impedire ai minori di poter guardare la cerimonia di apertura delle Olimpiadi. Inclusione significa – ne deduciamo – blasfemia e tacito accordo globale, se non approvazione, per la derisione della fede altrui, quella cristiana nella fattispecie? Una sceneggiata che offende milioni di cristiani, soprattutto coloro che, a differenza nostra, accettano la persecuzione (nel 2023 sono stati 365 milioni) e lottano per conservare la vita e la libertà senza mai tradire la fede, pur di non tradire la fede. Noi a cosa siamo disposti? Non è sportivo non indignarsi, globalmente”.

In molti sui social hanno commentato scrivendo di non aver mai visto una cerimonia di apertura delle Olimpiadi più degenerata e disgustosa. Rischia di diventare profetico quanto scritto dal professor Massimo Viglione: “Nel 2012 si ebbero la Olimpiadi del totalitarismo sanitario. Nel 2024 del post-umanesimo androginesco. Nel 2028, se mai ci saranno, del trans-umanesimo cibernetico, statene certi. Transizione ecologica permettendo. Ma tutti pensavano che fosse sport. L’unica vera medaglia d’oro la vincono sempre i gestori dell’intelletto unico”.

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