Vivono all’insegna della falsificazione

Vivono all’insegna della falsificazione

di Olga Serina

GLI APPARENTI

Dotati di una presunta scaltrezza, in realtà, sottovalutano molto gli altri, pensando che siano a loro volta, falsi e bugiardi come loro.

Gli “apparenti” sono dei facsimile di persone per bene, spesso si mimetizzano con quelle autentiche e se non vengono messi alla prova, non è per niente facile distinguere gli uni dagli altri.

Come i sepolcri imbiancati del Vangelo, sono individui che vivono solo per fare bella figura e vogliono apparire per ciò che non sono, essendo molto abili a nascondere il proprio vero volto e la pochezza che li caratterizza.

Li possiamo incontrare in ogni ambiente: dalla parentela ai nostri colleghi di lavoro, alla cerchia di amicizie, ai dirigenti, ai religiosi, o ai politici.

Vivono all’insegna della falsificazione, per raggiungere i loro scopi. Basta però che incontrino la minima difficoltà e diventano riconoscibili per quello che realmente sono, diversa da quella maschera che si erano costruiti, fino a farla sembrare reale, al punto da non riuscire più a separarsene, identificandosi con essa. Gli apparenti sono come i fiori finti.

Tutti sappiamo cosa possa significare l’ipocrisia, la doppiezza umana, la falsità, ma finché questi comportamenti ci sono estranei in alcun modo, cioè non fanno parte della nostra esperienza di frequentazione, sembrano dei fenomeni improbabili o inesistenti, ma non appena ci si trova per forza maggiore coinvolti, non si tratta soltanto di una esperienza che registriamo, ma di un modo diverso con cui guarderemo l’umanità da quel momento in avanti.

La differenza tra gli apparenti e una persona coerente, è che la seconda si espone rischiando sempre di suo, quindi le sue scelte e le azioni sono sue e se ne assume sempre la responsabilità e le conseguenze. Invece chi è apparente, conquista la sua reputazione attraverso la suggestione che gli altri ricevono da ciò che lui sembra, ma questo sembrare non costa a loro nessuna responsabilità o impegno. Chi è apparente, al di sopra di tutto difende il proprio vantaggio e qualora scegliesse di schierarsi, cerca sempre di salire sul carro del vincitore.

Chi si preoccupa soltanto di apparire, può prometterti qualsiasi cosa, pur di sembrare brillante, sapendo più delle volte che non manterrà mai la sua promessa.

Gli apparenti mimano una falsa bontà, ma nei fatti sono usurpatori della bontà altrui. Propagandano un’immagine di sé che non esiste, sono benpensanti, a volte bigotti e scelgono sistematicamente il loro opportunismo.

Come se la vita fosse una recitazione, la falsità per gli apparenti è una via breve per ottenere vantaggi col minore sforzo, perché essere persone autentiche comporta sicuramente maggiore impegno e fatica.

Gli apparenti, potendosi sdoppiare, o all’occasione moltiplicare, vantano un privilegio: quello di poter avere due o più vite in una stessa esistenza.

In tutti i campi esistono dei falsi spacciati per veri. Però la categoria nella quale questo fenomeno è il più diffuso, è proprio il genere umano.

Dal punto di vista degli apparenti, gli individui valgono per i titoli e non per i meriti. Di conseguenza per loro non è importante essere, ma apparire.

Dal punto di vista etico e spirituale, la doppiezza è sinonimo di perdizione, perché chi riveste diversi ruoli per poter ingannare, manifesta perfidia e falsità.

Gli apparenti recitano alla perfezione i loro ruoli con astuzia e inganno. Sono maestri della mistificazione.

In molti casi, queste persone, nella vita sociale, appaiono fortemente legati ai valori della loro religione, di cui tante volte sono assidui praticanti.

Gli apparenti in molti casi sono dei mediocri, non spiccano in particolari talenti o ingegno, anche quando si improvvisano furbi, arrivano sempre ad un limitato livello, ma possono cavarsela in quanto a cattiveria.

Ciò che contraddistingue gli apparenti, spesso è la convinzione, l’aria di sicurezza e di superiorità che sanno darsi. Si atteggiano a saggi e quelli più narcisisti sottovalutano gli altri. Pretendono rispetto dagli altri, ma il vero rispetto non lo considerarono un loro dovere.

La persona ipocrita si può paragonare a chi spaccia monete false. Alla prima impressione, appare generosa e disponibile, dato che distribuisce banconote di taglio grosso, che non gli costano nulla, ma l’assenza di valore si scopre al momento in cui si prova a scambiarle.

Spesso una persona per bene commette l’errore di ottimizzare la sua opinione nei confronti degli altri individui, immaginandoli simili a sé. Quando invece si accorge che queste non sono poi così pulite e trasparenti, la sensazione salta all’occhio come una macchia scura su un foglio bianco.

Una persona per bene, per via dei buoni sentimenti che nutre, molte volte non riesce a vedere i lati negativi della persona che ha davanti e si deve arrivare ad una rottura per giungere a un’osservazione acuta e obiettiva e quindi distaccata dal sentimento, in cui si ha un’immagine reale della persona, prima idealizzata e quindi giudicata superficialmente.

Gli apparenti spesso si atteggiano a saggi, disposti a dare consigli, ma nei fatti fanno sì che siano sempre gli altri a fare, a rischiare, a mettersi in gioco, perché quelli che sono apparenti, devono restare sempre indenni, estranei alle vicende, per potersi sentire e apparire sempre puliti e candidi, ma sono solo dei vigliacchi.

In vista del loro obiettivo primario, cioè di apparire quello che non sono, rinunciano completamente alla propria dignità, non dandole alcun valore o significato. Nei confronti delle persone a cui portano rispetto, perché sono ad essi sottomessi, loro riconoscono il diritto ad avere una dignità, ma qualora si rapportano con una persona che ritengono subalterna a loro, tentano di estirpare a questa persona quella dignità che secondo loro è un bene superfluo, un lusso.

Esistono gli apparenti nell’ambito della parentela, sempre pronti a mostrarsi presenti, premurosi e partecipi, ma che finiscono per confondere l’immedesimazione con l’intromissione, che non collaborano ma criticano quelli che agiscono. Anche loro hanno un vantaggio speciale, quello di non sbagliare mai, dato che non si mettono mai all’opera, così si illudono di non correre il rischio di essere criticati.
Finché hanno la maschera e riescono a nascondere bene la loro natura, gli apparenti possono ferirci, ingannarci, deluderci. Ma quando riusciamo a strappare loro quella finta identità, non serve neanche la fatica di allontanarli, perché saranno loro ad evitarci per la vergogna e quando noi avremmo fatto un bilancio tra quello che abbiamo perso e ciò che abbiamo acquistato, comprenderemo che perdere una persona apparente è sempre un guadagno.

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