Una vita scandita dalla forza dell’amore

Una vita scandita dalla forza dell’amore

A cura della Redazione 

“UN UOMO DI NOME GIUSEPPE”

“Un uomo di nome Giuseppe”, di don Tiziano Soldavini è un romanzo che ha l’obiettivo di restituire un San Giuseppe dalla dimensione umana, così vicina alla nostra sensibilità, per farlo sentire più prossimo e amorevole compagno di viaggio.

L’uomo che ne esce da questo “romanzo” è un uomo di speranza, uomo silenzioso, coraggioso, creativo, concreto, libero.

Il romanzo, infatti, sorprende e spiazza perché ha una linearità evangelica che gli conferisce scioltezza e rigore, freschezza e profondità.

L’autore ha desiderato raccontare la storia di un uomo dei sogni, che non ha la pretesa di vedere ciò che l’attende, si fida, muove i suoi passi, lascia condurre.

Quella di Giuseppe è la storia di un uomo che sa stare al suo posto.

“Lasciandoci interpellare, provocare dalla storia di Giuseppe, scopriamo il suo essere padre”, scrive l’autore.

“Non è un padre ‘putativo’, se per putativo si intende un padre più o meno virtuale; è un padre reale, che neppure per un attimo si sottrae al suo compito di padre, ma lo affronta facendosi carico di tutte le difficoltà che compaiono nella vita di una famiglia come la sua, così normale e così particolare. Sa rinunciare a molte cose che forse gli sarebbero piaciute, ma alla sua paternità non rinuncia mai, dal momento in cui l’ha assunta consapevolmente, pur senza sapere in dettaglio cosa comportasse. Si sente padre e fa il padre, costi quel che costi”.

Giuseppe e Maria, ognuno nel proprio ruolo, interagiscono costantemente da madre e da padre, da moglie e marito, impegnati in una unica grande avventura. Dare a questo figlio tutto l’amore possibile, prendersene cura, risolvendo i mille problemi della loro vita.

Una vita la sua scandita nella forza dell’amore, proprio di chi rimane in continuo dialogo con l’Amore, fedele all’Amore ha amato senza limiti.

Questo libro, nella semplicità accattivante di un racconto che sembra parafrasare i passaggi del vangelo in cui appaiono insieme Giuseppe, Maria e il loro figlio, in realtà ricostruisce un modello di vita di famiglia ancora oggi prezioso per credenti e non credenti, o come attualmente si ripete, per diversamente credenti.

“Il libro lo descrive senza pregiudizi e senza farne un santino di facile devozione, scava nel suo silenzio e scopre filoni nuovi a partire dalla consapevolezza di chi sa di avere una missione e si sforza di viverla nel miglior modo possibile”.

Tiziano Soldavini racconta di un Giuseppe per il quale non tutto è chiaro, né lo sarà mai per nessuno, per questo Giuseppe avanza, lentamente, muovendosi nella oscura complessità della vita, in cui le soluzioni possibili si intrecciano fino ad escludersi a vicenda, lasciandosi confusi e smarriti. Proprio per questo è come se ci aiutasse a dipanare una rivelazione – umana e divina nello stesso tempo – che rende possibile capire come orientare le nostre scelte, i nostri atteggiamenti, solo poco a poco; una sorta di bussola che l’Autore del libro ha voluto mettere nelle nostre mani per prepararci a vivere il prossimo Giubileo della Speranza senza lasciarci soffocare dalle difficoltà personali, dal male che contempliamo e che sfugge totalmente al nostro controllo.

Giuseppe può essere una buona guida, se cerchiamo di conoscerlo meglio e di fare amicizia con lui.

Tiziano Soldavini, classe 1957, sacerdote diocesano da 36 anni, è laureato in Psicologia, Comunicazione e Formazione in scienze umane. Dopo un’ampia esperienza pastorale sanitaria caritativa, ha svolto il suo servizio sacerdotale in parrocchia. A contatto soprattutto di gomito e di respiro con il dolore e la sofferenza, spesso inenarrabili, si è cosi rafforzata in lui – ben oltre gli studi di psicologia della comunicazione – l’innata capacità di indagare l’animo umano. Ora si dedica alla parola scritta e predicata. Ha pubblicato numerosi testi.

 

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