Il sogno fatto da Giovannino
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“COME SE VEDESSE L’INVISIBILE”: IL SOGNO DI SAN GIOVANNI BOSCO A NOVE ANNI
“Come se vedesse l’invisibile” di Gildàsio Mendes dos Santos (Elledici Editore – Collana Spiritualità e pedagogia salesiana, pagg. 80, euro 10) esce in occasione della conclusione delle celebrazioni del Bicentenario del celebre “Sogno dei nove anni” di San Giovanni Bosco.
Questo libro è incentrato sul sogno fatto da Giovannino all’età di nove anni, alla luce di un secondo che ebbe, ormai giovane sacerdote, quando si trovava a Valdocco, nell’anno 1844. Evidentemente, per un bambino, un sogno, anche se rivelato da Dio, non è facile da assimilare e capire rapidamente: infatti, verrà interpretato progressivamente e troverà conferme durante tutte le esperienze di vita del Santo, nell’esistenza quotidiana, nella riprova dei fatti appena accennati nella gradualità degli accadimenti.
Ma quand’è stato il momento in cui San Giovanni Bosco ha fatto suo in modo esplicito ed esperienziale questo sogno? Ricordiamo che dal 1844 al 1846 il Santo vive con intensità e non senza sofferenze una continua peregrinazione, cercando un luogo per i suoi giovani a Torino, per concretizzare quanto intravisto nella sua visione onirica.
È, quindi, nell’età adulta che il sogno diventa esperienza viva. Vivendo personalmente questa ricerca di un luogo dove poter stabilirsi con i suoi giovani, egli ha sviluppato e integrato il valore dell’ospitalità, la peculiare spiritualità e la prassi educativa che lo hanno reso famoso in tutto il mondo.
E’ proprio nella società odierna, dove tanti, troppo giovani si sentono drammaticamente abbandonati a se stessi e in balia di una falsa scienza, per lo più “orfani” di una vera guida, che il messaggio senza tempo del grande Santo educatore attraversa la Storia: sublime esempio di amore incondizionato e “incarnato” nella trasmissione dei saldi princìpi cristiani, di cui oggi si vede e si “paga” tragicamente l’assenza.
