Conosciamo Santa Rosalia
di Mariella Lentini*
–
TRA I SANTI E I BEATI CHE SI FESTEGGIANO OGGI (Sant’Abudemio, Sant’Andrea Nguyen Kim Thong Nam, Beata Anna Maria Javouhey, Sant’Ansuero di Ratzeburg, Beato Antonio Beszta-Borowski, Sant’Atanasio di Napoli, San Benedetto di Angers, Beato Bernardo II di Baden, San Bonaventura, Santi Bonosa, Zosima ed Eutropio, Santi Catulino e compagni, Beato Ceslao di Cracovia, San Davide di Svezia (David di Vasteras), San Deusdedit di Canterbury, Sant’Everardo, San Felice di Tubzak, San Felicissimo di Mosciano, Santi Filippo e dieci fanciulli, San Giacomo di Nisibi, Beato Giovanni Fernandes, San Giuseppe Studita di Tessalonica, San Gumberto di Ansbach, Beato Ignazio de Azevedo e 38 compagni, Beato Michele Bernardo Marchand, Beato Pietro Aymillo, San Pietro Nguyen Ba Tuan, San Plechelmo, San Pompilio Maria Pirrotti, Beato Reginboldo, San Terenzio di Luni, Sant’Uriel, Santa Valentina, San Vladimiro (Basilio) di Kiev ) RICORDIAMO UNA SANTA SICILIANA
Il culto per la “Santuzza”, come viene devotamente chiamata Rosalia, è fortemente radicato in Sicilia e a Palermo in particolare, città di cui è patrona. Siciliana di origini normanne, Rosalia nasce a Palermo nel XII secolo. Figlia del duca Sinibaldi e di Maria Guiscarda, cugina del re normanno Ruggero II, vive alla corte della regina Margherita e del re Guglielmo I di Sicilia. La sua straordinaria e raffinata bellezza alletta i giovani nobili, ma lei manifesta la sua inclinazione religiosa scegliendo di vivere da eremita. Si ritira in una grotta sul Monte Pellegrino, vicino a Palermo, dove, cibandosi del poco necessario per sopravvivere, passa il resto della sua vita pregando in solitudine.
Non vi sono notizie certe della sua fine avvenuta, secondo la tradizione, il 4 settembre 1160. Il culto per la santa si diffonde cinque secoli dopo, nel 1624, quando appare in sogno ad una donna febbricitante. La malata, ubbidendo alle parole di Rosalia, si reca alla grotta sul Monte Pellegrino e bevendo l’acqua che filtra dalle rocce guarisce. Rivede, poi, in sogno la santa che le indica dove è stata sepolta.
Fatte le ricerche il 15 luglio 1624 vengono trovati i resti. Non avendo, però, prove certe le autorità religiose non le riconoscono come reliquie della santa, ma avviene un altro miracolo. A Palermo c’è la peste e il popolo assiste impotente alla micidiale epidemia, invocando e pregando Dio. Un uomo, rifugiato sul Monte Pellegrino, vede in sogno la santa che chiede di portare le reliquie trovate in processione per le vie della città. I palermitani, disperati, si aggrappano con devozione a questa speranza. Così l’urna contenente le reliquie viene portata in processione, seguita dal popolo implorante. La peste passa in pochi giorni e la città è salva.
Per ricordare questo prodigio e onorare la santa, ogni anno, a Palermo, il 15 luglio si celebra una grande festa chiamata il “Festino” (U Fistinu). La statua della “Santuzza” viene portata in processione lungo le vie principali, dalla Cattedrale al Foro Italico, passando da corso Vittorio Emanuele, seguita da un corteo storico, dalla folla di fedeli e dalle autorità religiose. Il 4 settembre, invece, si celebra il “pellegrinaggio” (per i palermitani l’Acchianata, “salita”).
Secondo la tradizione, chi ha fatto il “voto” percorre a piedi nudi tutta la strada fino in cima al Monte Pellegrino, dove nella grotta si trova distesa la statua di Santa Rosalia, interamente rivestita d’oro. Il nome Rosalia avrebbe origine da rosa e giglio (in latino lilium, fiore simbolo di purezza). La “Santuzza” viene invocata contro i terremoti.
Per acquistare il libro
– su Amazon clicca qui
– su eBay clicca qui