Col paganesimo tornano i sacrifici, anche umani
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PIU’ CI SI ALLONTANA DA DIO PIU’ CI SI AVVICINA AL DEMONIO E NOI “MODERNI” DIVENTIAMO SEMPRE PIU’ SELVAGGI
Prima che il messaggio cristiano si diffondesse tutti i popoli pagani della terra erano schiavi della superstizione e degli idoli, dietro ai quali, come hanno messo in guardia innumerevoli santi del passato, si celano dei demoni. E siccome Satana è roso dall’invidia per Dio e dall’odio per la sua creatura prediletta: l’uomo, ha pensato bene di irretire l’umanità spingendola al culto dei demoni, elevati al rango di divinità, chiedendo in sacrificio esseri umani, che presso gli antichi erano bruciati, squartati, sgozzati, o eviscerati a migliaia per ingraziarsi e ottenere i favori dei satanassi.
Gli imbecilli che in nome della cancel culture abbattono le statue di Cristoforo Colombo o di Junipero Serra, l’evangelizzatore dell’America, dovrebbero tornare sui banchi di scuola a studiare come prima della “colonizzazione” spagnola delle Americhe gli Inca e gli Atzechi praticassero veri e propri olocausti ai propri dei o come i “buoni” indiani del Canada o delle praterie del Nord America praticassero il cannibalismo e la più efferata tortura per compiacere Manitù.
Tempi passati, si dirà. Niente affatto. A parte la considerazione che l’idolatria e il paganesimo sopravvivono in buona parte del mondo: Africa, Asia, Oceania e che con l’immigrazione sta rientrando dalla finestra quello che a suo tempo abbiamo scacciato dalla porta, soprattutto con la progressiva scristianizzazione dell’Occidente e dell’Europa, il paganesimo sta dilagando anche in casa nostra. Tipiche manifestazioni pagane sono i tatuaggi e i piercing – dalle più apparentemente innocue farfalline ai geroglifici tribali dall’oscuro significato o addirittura ai disegni chiaramente satanici – ma anche certe ideologie, come l’ambientalismo o la fissa per il cibo vegano, per i quali si celebrano veri e propri riti e si sopportano rinunce e sacrifici. Tutto ovviamente in nome della moda, della salute del corpo e del pianeta, ma questo non cambia la sostanza: più ci si allontana da Dio e più si diventa nuovamente schiavi degli idoli, camuffati da mode o ideologie, ai quali si offrono olocausti.
Oggi se si digiuna il venerdì si viene presi in giro, magari dagli stessi preti, che ti etichettano come bacchettone e indietrista, ma se ti consumi dalla fame o ti sottoponi a massacrati sedute di ginnastica in palestra per conservare la linea, tutto bene.
Un interessante libro di monsignor Jean Joseph Gaume: Morte al clericalismo o resurrezione del sacrificio umano, nonostante sia stato pubblicato nel 1878, sembra descrivere la società attuale. Già allora era in atto la lotta spietata al “clericalismo”, ovvero al cattolicesimo, e si affermava che “tutte le religioni sono uguali”. In nome di questa lotta all’unico vero Dio nel 1793 nella Francia rivoluzionaria furono eretti altari agli dei pagani dell’antichità e, con la ghigliottina, rispolverati i sacrifici a tutti gli idoli che la follia illuminista aveva evocato.
Oggi stiamo ricadendo nello stesso errore. Perfino papa Francesco, riprendendo Benedetto XVI, ha detto che coloro che si allontanano dai precetti del Signore per conformarsi ai poteri dominanti dell’odierno progressismo a ben guardare, «non negoziano i valori ma negoziano la fedeltà. E questo è proprio il frutto del demonio, del principe di questo mondo, che ci porta avanti con lo spirito di mondanità».
Spirito che ha reintrodotto nelle nostre opulente società il sacrificio degli innocenti. Che cos’è infatti l’aborto procurato e domani l’eutanasia? Come gli antichi che gettavano i loro neonati nel cratere dei vulcani per placare gli spiriti, troppe persone moderne si disfano dei loro figli non ancora nati nel futile tentativo di “migliorare la propria vita”. Inoltre uccidere un bimbo nel grembo materno elimina l’uomo odiato dal diavolo in quanto creatura amata da Dio, danna l’umanità rendendola assassina di se stessa, nega Dio in quanto figlio e, appunto, reintroduce il sacrificio umano.
Insomma, noi uomini moderni ed emancipati non ci prostriamo più davanti al Dio cattolico, che col sacrificio del suo unico Figlio ci ha liberato dalla schiavitù dei demoni, però ci inchiniamo succubi davanti ad una pletora di divinità: allo scienziato climatologo, sacerdote del culto a Gaia, al medico vaccinista, al nutrizionista vegetariano e vegano, alla balena o all’orsacchiotto in via di estinzione. E così torniamo ad essere i selvaggi del tempo che fu.
Foto di Stefan Keller da Pixabay