Gli agenti locali delle élites nichiliste

Gli agenti locali delle élites nichiliste

A cura della Redazione

IL CASO DI PERUGIA

Iniziamo ad esaminare il programma della nuova sindaco di Perugia, Vittoria Ferdinandi, come possibile esempio di trasferimento di idee radicali e «politicamente corrette» in una comunità.

E’ evidente che le élites nichiliste della finanza mondiale diffondono il verbo di una società green e perfetta. Lo fanno a livello globale, usando i mass media al loro servizio, che producono gli agenti locali che si rifanno a queste idee. Questa predicazione è rivolta a un presente bene dell’uomo ma in realtà è motivata da esigenze di affermazione di potere e ristrutturazione sociale che non esamineremo in questa sede.

Purtroppo sembra che Perugia, piccola città di grande tradizione, possa diventare un esperimento di questa trasmissione d’idee pericolose delle élites con l’elezione del nuovo sindaco o “sindaca” come, con errore ortografico politicamente corretto, ama definirsi. Studieremo a questo proposito il programma presentato dalla sindaco e sostenuto da un gruppo di maggiorenti cittadini che in alcuni aspetti non sembra autonomo e perugino ma eterodiretto, per alcune idee di fondo che esprime. Esso è in alcune parti condivisibile e dunque, con  questo lavoro di approfondimento, ci auguriamo che si possa aprire un dibatto per farlo diventare un programma di comunità  e non di un agire  eterodiretto. Uno dei motivi che inducono questo sospetto è la ingente spesa che, sembra,  si è avuta per la campagna elettorale della nuova sindaco.

L’incipit del programma indica già una prospettiva che trascende l’oggi .

«E noi vogliamo uscire tutti insieme dall’eterno presente, questa è l’anima del nostro programma. Perugia ha una storia gloriosa. E’ stata la città del Movimento Nonviolento per la Pace di Aldo Capitini. È stata una delle città protagoniste del movimento che ha abbattuto i manicomi in Italia. Le scale mobili realizzate all’interno della Rocca Paolina sono state uno dei primi esempi di infrastruttura che univa al tempo stesso mobilità sostenibile e valorizzazione artistico-architettonica.»

La  riduzione della storia di Perugia è evidente e voluta. Viene cancellata tutta la tradizione cristiana di città dei Papi che vi eressero monumenti insigni.  E’ la città dove nacque l’Osservanza francescana con il suo impatto  economico a favore dei Monti di Pietà e la storia si è sviluppata su questi filoni per esempio  con la presenza di artisti come Perugino, Pinturicchio e Raffaello che  vi svilupparono un Rinascimento noto ovunque e presente nei più importanti musei del mondo. Per costruire il futuro in un’ottica realista e rispettosa, bisogna valorizzare il passato. Per i costruttori del personaggio «sindaca», la storia di Perugia si radica in pochi decenni e su personaggi come Aldo Capitini, un pensatore eclettico ma minore, trascurando San Francesco, San Bernardino, Bartolo da Sassoferrato per dirne solo alcuni.

La matrice ideologica che è sottintesa a queste affermazioni contro il presente (ed il passato) è tipica di chi vuole realizzare trasformazioni sociali senza esser vincolati dalla realtà (il presente)  e da limiti giuridici che, inevitabilmente, fanno parte di ogni esperienza, in particolare di quelle amministrative. Il Comune diventa  retoricamente l’agente di un messianismo confuso. Recita il programma : «Sappiamo che in gioco c’è innanzitutto la qualità della vita dei cittadini di Perugia. Il loro diritto ad essere felici nella città che hanno scelto per vivere. »

Il riformismo radicale,  a cui sembra ispirarsi il programma in alcune parti, si è storicamente caratterizzato  per il legame con il dispotismo. Le riforme, rispettose della comunità invece non pretendono di costruire modelli nuovi e di «educare» ma di migliorare il presente che, nel programma è  invece visto,  come un avversario.

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