La maturità? Un mito in stile sovietico

La maturità? Un mito in stile sovietico

di Eugenio Capozzi

UNO  PSEUDO-ESAME RIDICOLO

Hanno costruito un mito sentimentale e piagnucoloso su uno pseudo-esame ridicolo in stile sovietico che non significa nulla perché vengono promossi tutti, dipingendolo come chissà quale rito di passaggio decisivo.

Così preparano i giovani – già abbondantemente viziati da una scuola ridotta a babysitteraggio e “safe space” – a pensare, per aver superato quella soglia, di poter fare tutto e di avere diritto automaticamente a tutto, di poter trasformare con la bacchetta magica i loro più astrusi desideri in realtà, con la protezione dello Stato mamma/papà/genitore 1 e 2.

Così preparano i giovani a crollare fragorosamente alla prima porta in faccia che la vita, la formazione, il lavoro infliggeranno loro, a rimanere bambinetti piagnoni e vittimisti, ad addebitare i loro insuccessi a chiunque e a qualsiasi cosa – il kapitalismo, i poteri forti, la globalizzazione – tranne che a se stessi, e a quell’ingombrante Leviatano castratore che li ha coccolati e soffocati.

 

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