L’orizzonte della nostra vita è eterno

L’orizzonte della nostra vita è eterno

di Don Ruggero Gorletti

DODICESIMA DOMENICA PER ANNUM 

Dal Vangelo secondo Marco 4,35-41

In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

COMMENTO

È una situazione, quella descritta da questo breve brano, che sembra un po’ irrealistica: come è possibile stare a poppa e dormire mentre infuria una tempesta tanto forte da riempire d’acqua la barca? E che ne è delle altre barche di cui si parla all’inizio del brano? L’attenzione del brano non è sui particolari, ma è portata su Gesù: chi è costui che calma il mare con una parola?

L’azione di Gesù ci mostra la potenza della sua divinità. Dio ha creato gli elementi naturali, ed è in grado di dominarli a suo piacimento. Gesù è vero Dio, oltre che vero uomo, e ha potere su tutto, anche sugli elementi naturali. Ma la scena di Gesù che dorme sulla barca mentre il mare è in tempesta ci mostra anche uno spaccato della nostra esistenza: talvolta sembra che la barca della nostra vita stia per affondare, che le difficoltà ci sovrastino, che non sappiamo più davvero cosa fare. E allora ci viene spontaneo pensare: «Ma il Signore che fine ha fatto? Perché mi ha abbandonato?».

Questo brano di Vangelo ci da una notizia rassicurante: il male nella nostra vita ha un limite, e quel limite glielo impone Dio. In effetti il mare, nella Bibbia, è il simbolo del male: Gesù pone un limite al male, lo rende inoffensivo, gli impedisce di compiere la sua opera. Anche la prima lettura, dal libro di Giobbe, ce lo dice chiaramente: Dio ha posto dei limiti che il male non può valicare. Infatti Gesù sembra dormire ma agisce: con una parola fa tacere il tumulto delle onde. Con una parola Dio ha creato il cielo e la terra, e con una parola Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, argina la prepotenza del male. l’azione di Cristo è una nuova creazione, riporta armonia e pace negli elementi della natura,quell’armonia e quella pace che dopo il peccato originale erano stati smarriti.

L’attenzione è portata anche sulla fede dei discepoli: una fede incerta, fragile. Gli apostoli non sanno fare memoria di quanto avevano già visto fare a Gesù, ma si concentrano solo sul bisogno presente. I discepoli avevano avuto modo, molte e molte volte, di vedere all’opera Gesù. Avevano avuto molte prove della sua attenzione nei loro confronti e della potenza divina con cui operava. Ma niente. Davanti al pericolo tutto viene dimenticato, la paura fa perdere la memoria ai discepoli, che reagiscono come se Gesù, il Figlio di Dio, non fosse sulla barca insieme a loro. Anche noi siamo spesso così: quando qualche difficoltà si affaccia alla nostra vita, quando qualche problema o qualche dolore si affaccia all’orizzonte, perdiamo la fede, pensiamo che Dio ci abbia abbandonato e che non si prenda cura di noi. E non ricordiamo il bene che ci ha fatto in precedenza in tante occasioni. Ricordarsi del bene ricevuto, delle tante e tante volte che il Signore è intervenuto nella nostra vita è un balsamo per noi, quando affrontiamo dei momenti difficili.

In quei momenti pensiamo a questo episodio. Gesù, sulla barca della nostra vita c’è e anche se talvolta sembra dormire è perché i suoi tempi non sono i nostri, e i suoi progetti su di noi sono diversi dai nostri. Non perdiamo la speranza nei momenti difficili, e continuiamo a invocare il suo aiuto con fiducia. Ricordiamo che l’orizzonte della nostra vita non sono solo i giorni della nostra esistenza terrena, ma è la vita eterna. Come ha dimostrato in questo brano, il Signore può e vuole salvarci, non ci abbandona alla potenza del male. Non perdiamo mai la speranza in Lui: prima o poi, quando riterrà che sia il momento giusto, farà cessare le tempeste attorno alla barca della nostra vita.

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