Conosciamo il beato Tommaso da Orvieto

Conosciamo il beato Tommaso da Orvieto

di Mariella Lentini*

TRA I SANTI E I BEATI CHE SI FESTEGGIANO OGGI (Sant’Albano di Magonza, Santa Colagia, Santa Demetria di Roma, Beato Giacomo Morelle Dupas, Beato Giovanni di Gesù, San Giovanni Rigby, San Giuseppe Isabel Flores Varela, San Lazzaro, San Leufredo (Leutfrido), San Luigi Gonzaga, Santa Marzia, Beato Melchiorre della Pace, San Mevenno, San Radulfo (Rodolfo) di Bourges, San Raimondo, San Simplicio di Bourges, San Suibne di Cobran, Sant’Ursicino di Pavia ) RICORDIAMO UN SANTO UMBRO

Dio ama chi dona con gioia e chi ha un cuore buono e generoso. Tommaso nasce ad Orvieto (Umbria) verso il 1300. La sua famiglia appartiene alla nobile casata dei Corsini: è benestante e molto religiosa. Infatti Tommaso viene educato ad amare Gesù. Il bambino prega ogni giorno, anche mentre passeggia per la strada e quando può, per lodare il Signore, si mette in ginocchio. Dimostra soprattutto una grande devozione verso Maria, la madre di Gesù.

Una notte Tommaso sogna la Madonna che gli dice di presentarsi all’Ordine dei Servi di Maria e di diventare frate. Senza indugi Tommaso va a bussare alla porta del convento, si toglie gli eleganti vestiti e indossa un povero saio. Il giovane vuole imitare la Mamma Celeste, umile serva del Signore e svolgere un compito molto umile. Quindi, per tutta la vita, chiederà l’elemosina per i bisogni dei confratelli e per i poveri. Tommaso fa la questua con grande umiltà, si presenta con la mano tesa davanti a chi ha di più e dona, con sincero amore, a chi ha di meno.

A quei tempi i poveri vagavano per le strade, denutriti, vestiti di stracci. Nelle famiglie numerose mancava il necessario per sopravvivere e non esistevano aiuti da parte delle istituzioni. La carità era lasciata al buon cuore di persone facoltose che, con generosità, offrivano un po’ del loro superfluo, o ai poveri o ai religiosi come Fra Tommaso. Infatti molti affamati e senza dimora bussavano alla porta dei conventi per avere una ciotola di minestra.

Dio guarda l’operato di Fra Tommaso che si priva del proprio pane per donarlo agli affamati, ne è felice e lo premia esaudendo le sue preghiere. Un giorno di freddo inverno, Fra Tommaso incontra una donna che gli ha sempre offerto qualcosa per i poveri, aspetta un bambino ed ha tanto desiderio di mangiare dei fichi che, però, sono introvabili perché fuori stagione. Fra Tommaso promette alla donna di portarle i frutti. Prega con fervore e poi si reca nell’orto dove, miracolosamente, trova tre fichi appesi all’albero che subito porta alla generosa donna.

Il buon monaco, da allora, viene chiamato “il frate del fico”. Tommaso compie altri miracoli: salva un ragazzino caduto in un precipizio e ridona la vista a due ciechi. Si racconta di tanti altri prodigi accaduti, per sua intercessione, dopo la sua morte, avvenuta a Orvieto nel 1343.

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