Conosciamo il beato Lorenzo Maria Salvi
di Mariella Lentini*
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TRA I SANTI E I BEATI CHE SI FESTEGGIANO OGGI (Sant’Anna Kasinskaja, Beato Antonio de Pietra, San Basilide, Beato Corrado da Maleville, Santa Cunera, Sant’Eskillo (Eschillo) di Straengnaes, San Filippo di Palermo, Beata Florida (Lucrezia Elena) Cevoli, San Gaspare Luigi Bertoni, Beato Guido da Cortona, San Leone III, Beata Maria Candida dell’Eucaristia (Maria Barba), Beata Mercedes Maria di Gesù, Sant’Odolfo, Sant’Odulfo di Utrecht, Sant’Onofrio, Beato Placido (da Roio) di Ocre, San Troscan) RICORDIAMO UN BEATO ROMANO
Lorenzo Maria Salvi nasce a Roma nel 1782, nel palazzo dei conti di Carpegna. Il padre Antonio è l’amministratore di questa nobile famiglia e usufruisce di tanti privilegi. La madre, Marianna Biondi, muore quando Lorenzo ha solo un mese. Il padre si risposa e la seconda moglie mette al mondo altri cinque figli. Il piccolo Lorenzo non sa la verità (gli sarà svelata in età adulta) e cresce sereno nella sua famiglia. All’età di diciotto anni desidera diventare sacerdote ma il padre, per niente contento, gli chiede di aspettare un anno, nella speranza che il figlio cambi idea. A quei tempi il papa e la Chiesa attraversano, infatti, momenti difficili.
Con l’avvento della Rivoluzione francese e di Napoleone Bonaparte, il Vaticano viene annesso all’impero, le congregazioni soppresse, i conventi chiusi. Lorenzo ubbidisce al padre, ma trascorso un anno esatto gli comunica la ferma intenzione di entrare nella Congregazione della Passione di Gesù Cristo. Realizzato il suo desiderio, con il nuovo nome Lorenzo Maria di San Francesco Saverio, per qualche anno si rifugia in montagna, a Pievetorina (Macerata), in una comunità di passionisti, dove insegna alle scuole elementari. Rischia di morire per una grave malattia, ma guarisce miracolosamente dopo l’apparizione di Gesù Bambino.
Da quel momento, Lorenzo, chiamato “moto perpetuo” per la sua instancabile missione apostolica, per tutta la vita diffonderà l’amore per Gesù Bambino (che lui chiama “il mio dolce imperatorino”), distribuendo immaginette e statuine di cera del Bambinello realizzate con le sue mani, meritando così l’appellativo di “apostolo di Gesù Bambino”. Come San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio da Padova, anche Lorenzo è innamorato del Bambinello e del Natale e non si stanca mai di parlare alla gente che incontra dell’infanzia di Gesù, dei bambini così cari a Gesù, della semplicità del loro cuore. Guida ritiri passionisti, visita carcerati e ammalati, confessa, predica nel Lazio, Toscana, Marche e Abruzzo.
Il Signore gli dona la facoltà di guarire gli ammalati: con l’immaginetta del Bambino Gesù in mano compie miracoli ridando la salute ai sofferenti. Nel 1856 Lorenzo Maria Salvi viene chiamato dai fedeli a Capranica (Viterbo) dove muore. Acclamato dalla folla come un santo, viene sepolto nella Chiesa di Sant’Angelo presso la frazione Cura di Vetralla (Viterbo).
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