Conosciamo il beato Francesco Pianzola

Conosciamo il beato Francesco Pianzola

di Mariella Lentini*

TRA I SANTI E I BEATI CHE SI FESTEGGIANO OGGI (Sant’Alonio, Beato Antonio Zawistowski e Stanislao StarowieyskiSanta Buriana di Cornovaglia, Beato Domenico del Barrio BatzSan Filippo SmaldoneSan Francesco Caracciolo, Beato Giuseppe Maria Gran CireraSan Gualterio, San Gualtiero di ServiglianoBeati Martiri di QuichéBeata Menda IsateguiSan Metrofane di BisanzioSanti Nicola e Trano, Sant’Ottato di Milevi, Beato Pacifico Ramati da Cerano, San PetrocSan Quirino di Siscia, San Quirino di Tivoli, Beato Varnerio) RICORDIAMO UN SANTO PAVESE

Si fa chiamare “Don Niente” tanto grande è la sua umiltà. Per il clero è l’apostolo della Lomellina (territorio tra il Piemonte e la Lombardia), mentre per i fedeli del posto è il pref sant di mundini (ovvero “il prete Santo delle mondine”). Sempre in prima linea, Francesco Pianzola vive il sacerdozio come una missione da svolgere per le strade del mondo, laddove più urgente è il bisogno di carità materiale e spirituale.

Nasce in provincia di Pavia, a Sartirana Lomellina, nel 1881. Francesco già da bambino vive la dura realtà lavorativa delle risaie, tipica coltura della Lomellina. Le “mondine” arrivano da tutta Italia per lavorare fianco a fianco con le contadine del posto. Tra di loro ci sono anche operaie, commesse, sarte, dattilografe, quasi tutte giovani, anche minorenni, attirate dal lavoro stagionale che dà loro la possibilità di guadagnare qualcosa. Il lavoro è faticosissimo e mal pagato: dall’alba al tramonto devono stare con la schiena ricurva, le gambe e le mani in mezzo all’acqua, sotto il sole cocente. Le braccianti locali hanno anche il compito di accudire la casa, i bambini. Devono cucinare, fare il bucato. E per raggiungere il posto di lavoro si deve camminare per alcuni chilometri, mentre l’alimentazione è pressoché insufficiente.

Francesco Pianzola, diventato sacerdote nel 1907 a Vigevano (Pavia), desidera aiutarle. Nel 1919, a Mortara (Pavia), insieme alla suora Madre Anna Bandi, apre la Casa delle Suore Missionarie di Maria Immacolata Regina della Pace per l’educazione religiosa dei bambini e delle ragazze. La loro presenza è più assidua nelle periferie, nelle cascine di campagna più isolate, tra i lavoratori più umili, emarginati, oppressi, poco istruiti, dove contadini e operai insieme lottano per ottenere diritti negati. L’attenzione viene rivolta soprattutto alle “mondine”, le lavoratrici stagionali delle risaie alle quali Don Francesco e le suore missionarie annunciano le parole del Vangelo.

Francesco Pianzola muore nel 1943 a Mortara (Pavia). Oggi, le suore “pianzoline”, come vengono chiamate, prestano la loro opera oltre che in Italia, in Francia, Africa e America Latina. Non più in mezzo alle “mondine”, ma in quelle situazioni difficili fatte di miseria e di sfruttamento ancora presenti in tanti Paesi del mondo.

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