Il cattolicesimo e i troppi personalismi
di Daniele Trabucco
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LA NEGAZIONE DELLA CREATURALITÁ
Il personalismo é una corrente filosofica dai plurimi contenuti ed é la diretta conseguenza sia del primato del soggetto sull’oggetto di cartesiana memoria, sia del principio di immanenza. Ora, é innegabile che le diverse prospettive personalistiche neghino in tutto o in parte la veritá della creaturalitá della persona, rendendola un progetto continuamente in fieri.
Non puó stupire, allora, se, dopo la conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II nel dicembre del 1965, si sia via via affermato il personalismo pratico-pastorale che, premettendo l’accompagnamento alla vera conoscenza della Veritá ad opera della retta ragione, favorisce l’autonomia relativista delle coscienze.
Non stupisce, neppure, la proposta di “umanesimo integrale” avanzata dal filosofo francese Jacques Maritain (1882-1973) dove, in nome della “nuova cristianitá” di tipo “aconfessionale e pluralista”, si trasforma il mito della “volontá generale” in un assoluto religioso-morale idolatrico che fa totalitariamente e necessariamente scelte morali pubbliche in autonomia e spesso in palese contraddizione con la legge naturale.
Da ultimo, non si puó dimenticare il personalismo teologico di Karl Rhaner (1904-1984) di stampo hegeliano-heidegerriano in cui, con la sua opera di “depravazione ermeneutica” del tomismo, l’essere é ridotto a “Dasein”, a qualcosa di temporalizzato che é alla base dell’etica della situazione.
In questo vortice di idee solo il recupero dell’insegnamemto di san Tommaso d’Aquino (1225 –1274), ove la persona é tale in quanto sostanza e fa da supposito ad un’essenza e a degli accidenti con una natura determinata da realizzare pienamente, é la strada da percorrere per recuperare la dignitá intrinseca del nostro essere uomini e donne.
L’opposto di quelle correnti personalistiche che, insistendo su una natura indeterminata, anfibia e modulare, illudono l’uomo di essere altro da sé.