Conosciamo San Domenico De La Calzada
di Mariella Lentini*
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TRA I SANTI E I BEATI CHE SI FESTEGGIANO OGGI (Sant’ Achilleo, Beato Alvaro del Portillo Diez de Sollano, Santi Casto e Cassio, Santi Cirillo e sei compagni, San Crispolto (Crispolito) e compagni, San Dimma di Tallaght, Beato Domenico Malaj, Sant’ Efrem di Gerusalemme, Beato Ejëll Deda, Sant’ Epifanio di Costanza di Cipro, San Filippo di Agira, San Germano, Beata Giovanna di Portogallo, Beato Giovanni de Segalars, Beata Imelda Lambertini, Beato Luciano Galan, Beato Michele Rapacz, San Modoaldo, San Nereo, San Pancrazio, Santa Rictrude, Beato Tommaso Khampheuane Inthirath) CONOSCIAMO UN SANTO SPAGNOLO
Ci sono santi che, seppure disabili, hanno fatto molto per l’umanità. Domenico Garcìa nasce deforme, in Spagna, a Viloria de Rioja, intorno al 1019. Povero pastorello, non va a scuola. Vorrebbe diventare monaco, ma in convento non lo accolgono perché deforme e non istruito. Così diventa eremita. Vive solo, con poco cibo e tanto freddo. Prega e loda il Signore. Il vescovo Gregorio, però, intuisce la sua santità, lo ordina sacerdote e lo nomina suo assistente.
Alla morte di Gregorio, Domenico è di nuovo eremita presso il fiume Oja e si prodiga per aiutare i pellegrini diretti a Santiago de Compostela (Galizia) per devozione all’apostolo San Giacomo il Maggiore. Aiutato dagli abitanti del luogo e dal re Alfonso VI di Castiglia, Domenico fa erigere ponti e disbosca foreste per costruire una carreggiata di 30 km, da qui il suo nome Domenico de la Calzada (“della strada”). Costruisce anche un ospedale e un ostello per offrire cure, riparo e ristoro e una chiesa. Intorno alla capanna di Domenico spuntano le case e fiorisce un paese che oggi conta quasi settemila abitanti: Santo Domingo de la Calzada.
Il povero pastorello, diventato architetto e ingegnere, muore anziano, nel 1109, nel villaggio da lui creato. Nei secoli diventa famoso per i suoi prodigi. Si narra che, davanti alla sua tomba, un cavaliere sia stato liberato da uno spirito del Male e che un pellegrino sia guarito da un’infezione agli occhi. La gallina asada (“gallina arrostita”) è il miracolo più pittoresco. Secondo la leggenda, una coppia tedesca con il loro bellissimo figlio Hugonell, partiti da Colonia in cammino verso Santiago de Compostela, sostano in una locanda a Santo Domingo de la Calzada. La figlia dell’oste si invaghisce del ragazzo che però la respinge. La ragazza, per vendetta, nasconde una tazza d’argento nella borsa del giovane e lo fa condannare a morte per furto.
San Domenico compie il prodigio e il ragazzo, appeso alla corda, si salva. Gli anziani coniugi si recano dal magistrato per raccontare il fatto, ma questi, davanti al tavolo imbandito, risponde sprezzante: «Vostro figlio è vivo come i due polli arrosto che sto per mangiare». Miracolosamente il gallo e la gallina si alzano cantando e il ragazzo viene liberato. A ricordo dell’evento, nella cattedrale della città si può ammirare il gallinero (“il pollaio”) con una gallina e un gallo, bianchi e vivi.
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