Conosciamo Santa Ida

Conosciamo Santa Ida

di Mariella Lentini*

TRA I SANTI E I BEATI CHE SI FESTEGGIANO OGGI (Beati 19 Martiri d’Algeria, Sant’Agazio (Acacio), Sant’Amato Ronconi, Beato Angelo da Massaccio, Beato Antonio (Antonin Jan Eugeniusz) Bajewski, Sant’Arsenio, San Benedetto II, Beato Bernardino de’ BustisSan Bonifacio IVBeata Chiara FeySan Desiderato di Bourges, Beati Domenico di San Pietro e Pietro de AlosSant’Elladio di Auxerre, San Gibriano, Beato Giovanni Vici da Stroncone, San Godone di Metz, Beato Henri Vergès, Beato Luigi RabatàBeata Maria Caterina di Sant’Agostino (Catherine Simon de Longpré), Beata Maria Teresa Demjanovich, San Martino di Saujon, San MetroneNostra Signora di Lujan, Sant’Odgero, Beata Paul-Hélène Saint-RaymondBeato Pietro Petroni, Beato Raimondo da Tolosa, Beata Ulrica Nisch, San Vittore il Moro, San Wirone (Wiro)) RICORDIAMO UNA SANTA BELGA

Il nome Ida ha origini tedesche e significa “donna guerriera”. La storia della santa di oggi dimostra come, a volte, siano i figli a trasmettere ai genitori la fede e la via per arrivare alla santità e non viceversa, come spesso accade. Ida nasce intorno al 592 ed è figlia di un conte del regno dei Franchi. Si sposa con Pipino di Landen, uno dei dignitari di corte più influenti poiché è maestro del palazzo del re dei Franchi, Dagoberto II. Pipino e Ida mettono al mondo tre figli: Grimoldo, Begga e Gertrude. Il primogenito prenderà il posto del padre.

Begga diventa badessa del Convento di Andenne-sur-Meuse (Belgio). In particolare è la scelta della giovane figlia Gertrude di dedicarsi a Dio a fare scalpore. A corte, infatti, si dice che lo stesso re Dagoberto pensasse a Gertrude come sua futura sposa. Gertrude è davvero molto giovane. Oggi si fa fatica a pensare a una ragazza che rinuncia alla vita in un castello e alla corte di un re. Si fa fatica a comprendere come una ragazza possa rifiutare comodità, lusso, divertimenti, vestiti eleganti, profumi e cibi prelibati per votarsi al Signore, alla preghiera, alla recita del Rosario, allo studio e alla messa in pratica del Vangelo al servizio dei bisognosi.

Gertrude abbraccia la Regola benedettina che offre l’essenziale per vivere: poco cibo, una cella e un letto, una tonaca come unico vestito. E si ritrova, a soli vent’anni, alla guida del Monastero di Nivelles (attuale Belgio), fatto costruire proprio dai suoi genitori. Pipino e Ida, infatti, invece di conservare tutto il patrimonio per lasciarlo in eredità ai figli, avevano deciso di fondare un Monastero benedettino a Nivelles per farne un centro di cultura, di restauro e conservazione di preziosi libri antichi, di lavoro dei campi, di ricovero e aiuto per poveri e malati. Quando Ida rimane vedova, decide di entrare anche lei in convento. Qui la mamma anziana si ritrova come superiora la figlia, alla quale obbedisce umilmente. La figlia Gertrude, d’altronde, è giovane eppure capace di guidare mirabilmente il monastero, le monache e anche la propria madre. Non solo, è lei a mettere pace tra le varie fazioni, scongiurando guerre che causano morte, violenze inaudite (soprattutto sulle donne), saccheggi, incendi, epidemie e carestie. Ida muore nel suo monastero a Nivelles nel 652.

 

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