Affidiamoci tutti a San Giuseppe
di Giuliva Di Berardino
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IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA
Mercoledì 1 maggio 2024
Mt 13, 54-58
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: “Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?”. Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”. E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Oggi il Vangelo fa riferimento alla festa che celebriamo, quella in onore di San Giuseppe lavoratore. Il testo ci permette di riflettere su come San Giuseppe oggi può aiutarci a vivere secondo il Vangelo, secondo la via dell’amore che ci ha mostrato Gesù. Possiamo guardare a Giuseppe, come lui ha accolto Gesù nella sua vita, perché egli è modello di accoglienza di Dio nella vita ordinaria, nel lavoro e lo stesso Gesù ha imparato da lui a relazionarsi con gli abitanti del suo villaggio come “figlio del falegname”. Dal testo del Vangelo si capisce che le persone del villaggio di Gesù conoscevano la famiglia di Gesù, che partecipava alla quotidianità del villaggio perché i tempi di Gesù, le persone che abitavano nello stesso villaggio, i vicini di casa, erano, praticamente, “di casa”, perché passavano il tempo nelle case dell’uno o dell’altro, si conoscevano bene tra loro e si accoglievano reciprocamente, come fossero tutti una grande famiglia. Che ci fosse questo clima relazionale lo vediamo nel testo perché, in riferimento a Gesù, vengono peste cinque domande che vertono tutte sul fatto che queste persone non capiscono da dove viene la sapienza e i prodigi che si raccontano di Gesù conoscendo bene suo padre, sua madre e i suoi fratelli. Domande che hanno incuriosito anche gli studiosi, perché i nomi di questi quattro “fratelli di Gesù” quì indicati sono stati conservati dalla tradizione per il ruolo che hanno avuto già nella prima Chiesa di Gerusalemme, ricordiamo, ad esempio Giacomo, detto, appunto, dalla tradizione cristiana antica il “fratello del Signore“. Gli studi di indirizzo cattolico hanno fatto riferimento a Mt 27,56, in cui è citata la madre di Giacomo e di suo fratello Giuseppe, Maria, per dar prova che questa Maria potrebbe essere identificata con la moglie di Cleofa, sorella di Maria, la madre di Gesù. Se questa ipotesi fosse vera, i due “fratelli” di Gesù sarebbero in realtà suoi cugini (cfr Gv 19,25), così come gli altri due fratelli e le “sorelle” qui nominati. Pochi studi smentiscono questa versione dei fatti, ma la cosa importante è che gli interrogativi posti dagli abitanti di Nazareth nei riguardi di Gesù, sono stati preziosi anche per noi, perché ci hanno dato modo di ricercare e studiare sulle origini familiari di Gesù. Ma il particolare più interessante, perché è l’unico, in tutto il Vangelo è la menzione del padre di Gesù come “il falegname”. E se gli abitanti di Nazareth sembrano già conoscere le risposte alle domande che pongono sulla provenienza della sapienza di Gesù, è perché partono da una conoscenza limitata, umana di Gesù. Giuseppe invece ci può aiutare a conoscere Gesù nella verità e ad accoglierlo, perché lui sa che la sapienza di Gesù viene da Dio e sa che per accogliere questa sapienza non è necessaria la conoscenza umana, ma occorre soprattutto cambiare il cuore. Preghiamo allora oggi San Giuseppe lavoratore che ci aiuti ad accogliere Gesù ogni giorno, nella vita di tutti i giorni, come l’ha saputo accogliere lui. San Giuseppe, ci aiuti ad aprire il nostro cuore all’ascolto dello Spirito, a guarire dalle pretese che abbiamo sugli altri per poter lavorare nella pace, per il Regno di Dio e per il bene di tutti. San Giuseppe interceda per chi non riesce a trovare lavoro, soprattutto i giovani che cercano un impiego. Affidiamoci tutti a San Giuseppe.