Crediamo, senza paura!

Crediamo, senza paura!

di Giuliva Di Berardino

IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA

Martedì 30 aprile 2024

Gv 14,27-31

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

Gesù comunica la sua pace ai discepoli. E’ una pace diversa dalla pace che il mondo ci dà, è lo Shalom di Dio. E’ l’organizzazione completa di tutta la vita attorno ai valori della giustizia, della fraternità. La pace è quindi il dono di Dio che ci fa rallegrare al pensiero che Gesù è nel Padre e ci ama come il Padre ama ogni cosa che ha creato. Accogliamo oggi la pace del Risorto e la gioia di poter contemplare i cieli aperti per noi, perché Gesù è salito al cielo e ci aspetta nel Paradiso. La pace del Paradiso dovrebbe essere la nostra vera speranza, la nostra gioia. Il segreto è non avere paura. Ce lo dice Gesù: “Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”. Ascoltiamo questo invito del Signore e concentriamoci oggi su ciò che è veramente importante. A questo proposito mi viene in mente un aneddoto che riguarda San Filippo Neri. Un giorno un ragazzo del suo oratorio annunciò a tutti la sua decisione d’intraprendere la carriera ecclesiastica: “Voglio diventare vescovo!” Allora San Filippo si fece serio e gli chiese: “E poi? …”. “ Poi, fatto il primo scalino, potrei ottenere qualche Nunziatura” Allora il santo gli chiese: “E certo! E poi? …”. Il giovane gli risponde: “… e poi potrei diventare cardinale …”. “Cardinale!?!, … e poi? … E poi Papa?”, gli chiese Filippo. Allora il ragazzo gli risponde: “… eh…forse sì …” Allora San Filippo gli chiese: “E poi? …, e poi??? …”. “Poi basta, Filippo! La mia vita finirà …”, risponde con gli occhi bassi il ragazzo. Allora Filippo, con dolcezza, lo invitandolo paternamente a riflettere, gli chiese: “… ed allora?.. che cosa avrai raccolto? Caro ragazzo mio, la gioia, la gioia..il Paradiso!” Questo aneddoto ci insegna che tante volte noi ci procuriamo sofferenze inutili, solo perché ci crediamo il centro del mondo per qualche nostra qualità, invece la vita ci serve per imparare a vivere di speranza, non di ambizioni. Dovremmo imparare a gioire di quello che ogni giorno ci viene donato e ringraziare. Tutto ci verrà donato! Crediamo, senza paura.

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