Scurati, uccellino in gabbia, parla di libertà
di Dalila Di Dio
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LA VICENDA SCURATI METTE IN LUCE IL GRANDE PROBLEMA ITALIANO DELL’EGEMONIA DELLA SINISTRA SUI MEZZI DI COMUNICAZIONE
La vicenda Scurati mette in luce il grande problema italiano (ma non solo) dell’egemonia della sinistra sui mezzi di comunicazione che non è – si badi bene – culturale, ma solo, appunto, di mezzi.
La sinistra è storicamente capace di trasformare uno starnuto in una tragedia nazionale, costruendoci sopra un castello di mistificazioni (spesso al limite dell’invenzione pura), che, ripetute a reti unificate e strillate ogni minuto più forte, diventano reali, vere, inconfutabili.
Dall’altra parte, a destra, si fatica a vincere lo scontro finanche quando si ha dalla propria parte la verità: perché a volte la verità è più articolata e complessa di quella linea nera che piace tanto ai sinistri e che divide il mondo in buoni/cattivi, fascisti/antifascisti, inclusivi/razzisti, omofobi, brutti, puzzoni e via così.
Tutto ciò, però, non sarebbe possibile se non concorresse un altro fattore: la pigrizia della gente.
Perché la sinistra è brava a fornire a tutti i fenomeni umani e politici risposte semplici, sostenute da versioni della realtà che non contemplano il dubbio, accrocchi del pensiero che non necessitano di riflessione o prove a suffragio.
Il (non) pensiero della sinistra è il trionfo della tautologia: fidati, è così, sono stati i cattivi della destra perchè loro in quanto di destra sono cattivi e non possono che agire così, da fascisti cattivi.
Tu più non dimandare. E rigorosamente senza dimandare, costoro hanno tutte le risposte che gli servono per sentirsi liberi, un passo avanti agli altri, illuminati mentre il resto del mondo annega nel buio del mediovevo (che gli avrà fatto, poi, sto medioevo, lo sanno solo loro).
Chi è così folle da prendersi il disturbo di dubitare, sondare, cercare una possibile risposta alternativa quando la risposta è lì, sul tavolo, colorata e infiocchettata e profuma così tanto di buono?
E qui il terzo e più importante elemento: la gente vuole sentirsi buona, vuole poter pensare e far pensare di appartenere alla schiera di quelli giusti, aperti mentalmente, accoglienti, empatici, sensibili, inclusivi e socialmente accettabili.
Torniamo alla linea nera che divide buoni e cattivi, e il cerchio si chiude.
P.S.: In realtà sono pochi, pochissimi, ma hanno i mezzi per sembrare una moltitudine sconfinata. I mezzi.
P.P.S.: Per quanto premesso, io mi pregio di essere cattiva. Non è che mi disegnano così.