Affidiamoci a Gesù e non saremo delusi
di Giuliva Di Berardino
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IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA
Lunedì 22 aprile 2024
Gv 10,1-10
In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei”. Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.
Il Signore, in questo Vangelo, oggi ci annuncia: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza“. Sono le parole di Gesù che concludono un discorso in cui propone due immagini interessanti. La prima è quella della porta del recinto che custodisce le pecore e la seconda è quella della voce del pastore. Con queste due immagini Gesù rafforza, di fatto, l’immagine del pastore, che precede queste due: dicendo di essere la porta, afferma che lui è il pastore buono che passa la notte a vegliare, accovacciato all’apertura del recinto di pietre, diventando egli stesso la porta del recinto, per custodire le pecore. La seconda immagine è la voce del pastore, che non è come le altre voci, che è ben riconoscibile, perché è una voce amabile che ci conosce, ci chiama per nome, ed è per questa conoscenza intima che ci spinge a seguirlo, perciò, se seguiamo questa Sua voce che ci chiama nel profondo del cuore, non saremo delusi, perché, se non induriamo il cuore, riceveremo da Lui la “vita in abbondanza“, cioè la vita che potremo donare anche a chi ci vive accanto e così crescere insieme agli altri, nella gioia. In poche parole Gesù ci dice che Lui veglia su di noi, che Lui ci ama senza nessun tornaconto, che si prende cura di noi davvero per quello che siamo, non perché da noi può ricavare un guadagno. Gesù ci ama gratuitamente, conosce il nostro nome, ci chiama per nome, non siamo un numero o un codice per Lui! Affidiamoci allora a Gesù e non saremo delusi, mai. Ce lo assicura oggi Gesù, nel Vangelo: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza“.