Il pane che discende dal cielo
di don Ruggero Gorletti
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GIOVEDÌ DELLA TERZA SETTIMANA DEL TEMPO DI PASQUA
Giovanni 6, 44-51
Dal vangelo secondo Giovanni 6,44-45
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
COMMENTO
«Questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia». Il discorso di Gesù, riportato al sesto capitolo del Vangelo di Giovanni, fa un riferimento sempre più stretto all’Eucaristia. È questo il vero pane che discende dal cielo, che da la vita eterna a chi se ne ciba. Può dare la vita eterna perché questo pane è Gesù stesso. Sappiamo che nell’Eucaristia Gesù è presente realmente, anche se non fisicamente, in corpo, sangue, anima e divinità. Per questo l’Eucaristia da la vita, perché in essa c’è Dio, l’unico che può dare la vita, ed è presente per davvero, non in maniera simbolica. Nutrirsi dell’Eucaristia in modo degno, con frequenza e devozione, ci sostiene nel cammino di questa vita. Ci mantiene in amicizia con Dio e ci conduce alla vita eterna.