Russia, Ucraina e Nato: numeri, parole, propaganda
di Matteo Castagna
–
CONTRO IL LIBERALISMO
Durante la sua presidenza, Donald Trump credeva che “l’Ucraina dovesse far parte della Russia”, ha scritto The Guardian. Secondo Fiona Hill, ex funzionaria del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca nell’era Trump, “Trump ha chiarito che l’Ucraina e soprattutto la Crimea dovrebbero far parte della Russia”. Ciò significava che le opinioni di Trump sull’Ucraina erano “sostanzialmente identiche” a quelle di Putin.
Oggi, il tycoon dice che “rischiamo la terza guerra mondiale e Biden non ha idea di ciò che fa. Ci separano solo sette mesi alle elezioni, ma sono un’eternità quando al potere ci sono persone incompetenti”.
Arnaud Bertrand parla di “numeri, parole, propaganda” in riferimento ad una comparazione di dichiarazioni. Il 13 dicembre 2023 la CNN diceva che “la Russia ha perso l’87% delle truppe di terra, che aveva prima della guerra in Ucraina e due terzi dei suoi carri armati”. In data 11 Aprile 2024, invece: “l’esercito russo è ora maggiore del 15% rispetto a quando ha invaso l’Ucraina, dice un generale USA”.
L’agenzia Reuters considera che la forza della produzione di armi russa in tempi più rapidi di quanto l’Occidente credeva all’inizio del conflitto, sia frutto dell’aiuto della Cina.
Il Berliner Zeitung scrive che l’industria tedesca non si riprenderà al livello precedente al conflitto in Ucraina, perché i prezzi più elevati del gas naturale liquefatto (GNL) hanno danneggiato la più grande economia dell’UE. Ricordiamo che, già tempo fa, il Ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner ha dichiarato che l’economia tedesca non è più competitiva.
Un tempo le guerre si dichiaravano. Un tempo una rappresaglia si temeva e si attendeva al buio. Oggi, nell’era ipocrita del globalismo, disegnato da massonerie, grandi finanzieri, élite di “illuminati”, non si dichiarano ma se ne vedono gli effetti diretti, anche dove il conflitto non è attivamente presente. L’informazione mainstream e la falsa controinformazione funzionale al Sistema hanno un ruolo determinante, perché sono in grado di provocare qualcosa di molto cattivo, tramite la diffusione di notizie manipolate o inventate apposta. Steppenwolf scrive su Multipolare News: “suddito informato, suddito gabbato. E morto”.
Juan Donoso Cortés (1809-1853), uomo politico cattolico spagnolo, tra i più aspri critici della modernità, scrisse un saggio “Contro il liberalismo”, ristampato da quelli di “Idrovolante Edizioni” nel 2018, che rimane attualissimo, quanto ad intuizioni e profondità di pensiero. Con buona pace di Scanzi. “Tra gli errori contemporanei non ve n’è alcuno che non si risolva in un’eresia e tra le eresie contemporanee non ve n’è alcuna che non si risolva in un’altra, già anticamente condannata dalla Chiesa. Negli errori passati, la Chiesa ha condannato gli errori presenti e quelli futuri. Identici tra loro, se li si considera dal punto di vista delle loro applicazioni”. (Lettera a Sua Eminenza il Cardinal Fornari (1852) )
Il tema centrale della lettera è identico a quello del titolo del Saggio: la teologia è la scienza che condiziona tutte le altre scienze umane. Tutti gli errori delle ideologie contemporanee derivano da due stessi principi: il deismo e il naturalismo, che si oppongono ai dogmi cristiani, che sono la Provvidenza di Dio e il peccato originale. Il liberalismo è un concentrato di entrambi gli errori. Cortés ritiene che esista un furore che agita tutti i politici, che “non si presenta mai in modo evidente, senza che non sia presagio di grandi catastrofi e grandi rovine”. “Nessun uomo che ha raggiunto l’immortalità – diceva Donoso in Parlamento nel 1850 – ha fondato la propria gloria sulla verità economica. Tutti hanno fondato le nazioni sulla base della verità sociale, sulla base della verità religiosa.
Guardate la condizione dell’Europa. Tutti gli uomini di Stato sembrano aver perduto l’intelletto; la ragione umana sembra eclissata; le istituzioni vanno e vengono e le nazioni grandi precipitano all’improvviso. (…) La verità è che il tremendo problema è ancora in piedi e l’Europa non sa né può risolverlo. Tutto preannuncia un cataclisma che gli uomini non hanno mai visto.
“Oggi in Europa tutte le strade portano alla perdizione”. (…) “La vera causa del profondo male che affligge l’Europa risiede nel fatto che è sparita l’idea dell’autorità divina e dell’autorità umana”. A causa del liberalismo non esiste più quella che Cortés chiamava “la dipendenza dal sociale e dal politico rispetto al religioso e al teologico”. Lo Stato laico, cioè ateo, è perdente perché nichilista e anti-identitario. La politica sottoposta all’economia di mercato è la sconfitta della Politica, così come intesa da Platone, Aristotele, San Tommaso d’Aquino e tutti i padri che hanno fatto grande l’Europa.
Rischiamo la Terza Guerra Mondiale per interessi di conquista dei mercati globali da parte di eretici dichiarati, soprattutto anglosassoni protestanti e anglicani, ma non solo, perché i religiosi di stirpe semita non saranno mai sinceramente dalla nostra parte, senza prima convertirsi. Di fronte all’eclissi del Katechon le forze del male diventano più potenti, ma le porte degli inferi non prevarranno e questa promessa di Gesù Cristo Re sia il sigillo nello stendardo sotto cui combattiamo con perseveranza, in attesa della vittoria finale.