Sui rapporti tra Massoneria e Chiesa
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LA MASSONERIA E LA CHIESA. UN LIBRO PER CAPIRE
“Cari fratelli Massoni…”. Questo era il titolo di un articolo pubblicato dal cardinale Gianfranco Ravasi nel 2016 sul quotidiano della Confindustria Il Sole 24 ore. Un articolo che aveva l’obiettivo di avviare un avvicinamento tra due mondi strutturalmente incompatibili e che per tre secoli si sono combattuti duramente. Tale progetto sembra oggi essere stato ripreso da un altro cardinale, proveniente come Ravasi dall’arcidiocesi ambrosiana, il discusso Coccopalmerio, presidente emerito del Pontificio consiglio per i testi legislativi, il quale in occasione di un convegno tenutosi a Milano (a porte chiuse) sui rapporti Chiesa-Massoneria, ha proposto di stabilire un “tavolo permanente” di confronto tra autorità ecclesiastiche e logge massoniche. Non si tratta di un fulmine a ciel sereno: da qualche tempo, infatti, ci sono segnali di avvicinamento tra Massoneria e ambienti cattolici, e le occasioni di dialogo, promosse dalle logge o da alcune diocesi, si sono moltiplicate.
Le premesse per queste aperture della Chiesa nei confronti di quella che il Magistero della Chiesa aveva definito “Setta massonica” iniziarono peraltro a partire dal Concilio Vaticano II, e quindi ora siamo ad un punto cruciale in cui è arrivato questo lungo processo di avvicinamento. Diventa quindi di grande importanza che i cristiani abbiano ben chiaro che cosa sia la Massoneria e quali sono i suoi obiettivi, prima che il cupio dissolvi di alcuni gerarchi della Chiesa porti a confondere le idee.
La storia della Massoneria è ben raccontata dallo scrittore Maurice Colinon nel volume La Massoneria e la Chiesa pubblicato dall’editrice Iduna.
Le Logge hanno avuto un’enorme importanza nel destino dell’Europa e la loro azione è stata rivolta soprattutto contro la Chiesa. Ha condotto una lotta implacabile contro la religione, contro la libertà dell’insegnamento, contro gli Ordini religiosi; si è meritata il nome Anti-Chiesa e, in un certo qual modo, si sforza ancor oggi di rimanere fedele a un passato tanto riprovevole.
La Massoneria nacque ufficialmente nel 1717 a Londra, celebrando la propria nascita nel Solstizio d’estate. Da lì a poco tempo l’Inghilterra e la Francia si riempirono di logge (i circoli dove si riunivano i seguaci dell’organizzazione) che presto figliarono in tutta Europa. Esse agivano attraverso iniziati, secondo un progetto che prevedeva, dapprima, “l’organizzazione di moti patriottico-cospirativi contro i governi reazionari e oscurantisti, in ordine alla distruzione del monumento di schiavitù, d’oppressione e di morte qual è lo stato tirannico; per poi costruire l’edificio legislativo che garantirà l’abbondanza per tutti, l’eguaglianza per tutti, la libertà per tutti. Il fine ultimo: erigere la Casa di tutti i popoli, il Tempio dell’umanità. L’utopia massonica rappresenta un “sogno della ragione” dal quale sono nati gli incubi della Rivoluzione francese, dei nazionalismi, dei socialismi realizzati, dei regimi antireligiosi dell’America Latina – primo fra tutti il Messico massacratore di cristiani- ed in ultimo del Governo Unico Mondiale, incontra subito un nemico irriducibile: la Chiesa cattolica. Fin dal 1738, a soli vent’anni dalla sua costituzione, la Massoneria incorse nei fulmini di Roma. Il merito di questa decisione va ascritto ad un pontefice, Clemente XII, e ad un sovrano scozzese in esilio, Giacomo VIII Stuart, noto come The Old Pretender, padre del protagonista dell’ultima sfortunata epopea scozzese, il Bonnie Prince Charlie. Tra i partigiani inglesi della causa degli Stuart si era infiltrata la Massoneria, e ciò a motivo dell’antichissimo lignaggio di questa nobile casata e il potere regale ad essa legato (si riteneva che gli Stuart possedessero le prerogative degli antichi re taumaturghi, compreso il tocco di guarigione) che affascinavano gli ambienti iniziatici ed esoterici. Giacomo Stuart, uomo di profondissima fede che aveva scelto Roma come sede del proprio esilio, respinse le seducenti offerte dei circoli massonici, e compresane la pericolosità, segnalò al Papa i progetti e le trame della setta. L’anziano pontefice, Clemente XII al secolo Lorenzo Corsini, ottuagenario e quasi cieco, ascoltò gli avvertimenti dello Stuart e il 28 aprile 1738 emanò una costituzione con la quale si scomunicavano tutti i membri della Massoneria. I vescovi furono chiamati a vigilare attentamente. Il 14 gennaio 1739 fu pubblicato un nuovo decreto che colpiva duramente la setta. Era l’inizio di un lungo scontro destinato a durare sino ad oggi. Tra i primi a subire le vendette massoniche furono gli Stuart: nessun aiuto venne loro nel tentativo di riconquista della Scozia da parte di possibili alleati, come i sovrani di Spagna o Francia, che tuttavia avrebbero, di lì a non molto, pagato a caro prezzo la connivenza con le nuove idee.
La conquista di Roma e la sconfitta della Chiesa divennero l’ossessiva aspirazione della setta. Per realizzare questo obiettivo, tuttavia, era necessario che l’organizzazione prendesse saldamente piede negli Stati della penisola italiana. Il 20 giugno 1805 venne così costituito il primo Grande Oriente d’Italia.
In seguito, la cosiddetta Libera Muratoria, le cui idee erano contaminate da un inquietante occultismo, continuò a diffondersi e soprattutto ad entrare nei gangli del potere economico, finanziario, politico, sempre con l’obiettivo di distruggere la Chiesa. Questo libro di Colinon andrebbe consigliato soprattutto a Ravasi e Coccopalmerio, ma anche per ogni cristiano che voglia essere ben formato sarà una lettura preziosa.