Il giorno della tristezza

Il giorno della tristezza

di don Ruggero Gorletti 

SABATO SANTO

Il giorno del Sabato Santo è il giorno della tristezza. Gesù non c’è più. È stato calato dalla croce ed è stato messo in fretta e furia in una tomba, semplicemente avvolto in un lenzuolo. Sembra tutto finito, tutto inutile. I suoi prodigi, i suoi insegnamenti. Tutto consegnato al passato, ad un tempo che con la sua morte si è definitivamente chiuso. Certo, i suoi insegnamenti rimangono, ma sono come le parole di qualche antico saggio, che si possono usare quando tornano utili, ma niente di più.
Ma noi sappiamo che non finisce qui. Non finisce tutto con la pietra tombale che sigilla il sepolcro. Sappiamo che la collocazione di Cristo nel sepolcro è provvisoria. Da lì Gesù uscirà vivo, per vivere per sempre.

Ricordiamolo anche per la nostra vita, specie quando tutto sembra andare male: questa collocazione è provvisoria. Durerà al massimo fino alla nostra morte. Dopo inizierà un’altra vita. E se non avremo liberamente deciso di vivere senza Dio, di vivere contro Dio, se con il suo aiuto ci saremo impegnati, con fatica, con rinuncia e anche con qualche insuccesso, a vivere come piace a Lui, Egli ci accoglierà là dove il pianto e il dolore non esistono più, dove del male e della morte non c’è nemmeno il ricordo.

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