Un santo molto attuale, contro guerre e armi
di Mariella Lentini*
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ECCO CHI È SAN NICOLA DI FLÜE
Il santo patrono della Svizzera è l’uomo della pace e del dialogo che dice no alla guerra, no alle armi. Il “Padre della patria” o Bruder Klaus (“Fratello Nicola”), come lo chiamano gli Elvetici, non sa né leggere, né scrivere. Eppure, per i suoi meriti, la Svizzera, dal Medioevo in poi, martoriata da conflitti armati interni ed esterni, vivrà in pace, ripudiando la guerra. Nicola nasce nel 1417 a Flüe, nell’Obwalden (Svizzera centrale), in una famiglia di agricoltori.
Fin da bambino ha visioni celesti che lo accompagneranno per tutta la vita. Questo non gli impedisce di condurre un’esistenza in mezzo alla società del suo tempo, con saggezza e fame di giustizia. A ventitré anni è capitano dell’esercito svizzero e partecipa con valore a tante battaglie, dimostrando umanità verso il nemico e difendendo donne, bambini e anziani. Grazie al suo intervento salva da un incendio un gruppo di soldati nemici rifugiatisi in un monastero. Diventa magistrato e si attiva come politico per portare pace e per dissipare litigi e conflitti.
All’età di trent’anni si sposa con Dorothea che gli darà dieci figli. Nicola si sente, però, sempre più chiamato alla preghiera e alla solitudine. Quando compie cinquant’anni chiede alla sua “carissima sposa” (come la chiama affettuosamente) e ai figli maggiori il permesso di ritirarsi dalla vita sociale per diventare eremita. Come un dono di Dio arriva il consenso della famiglia. Nicola va ad abitare tra i monti, vicino alla sua casa, in una capanna, a Ranft. Indossa un saio, cammina a piedi scalzi, in mano tiene il Rosario e un bastone. Per vent’anni prega incessantemente per la pace e digiuna cibandosi esclusivamente di ostie consacrate. La sua fama si estende. Contadini, politici, ricchi e potenti vanno a trovarlo per chiedere consigli, guarigioni e pregare con lui.
Solo tre volte Nicola si allontana dalla sua capanna per difendere la pace della Svizzera: quando l’Austria minaccia l’invasione, durante il pericolo di una guerra civile tra cantoni e quando la Svizzera sta per attaccare la città di Costanza. La saggia mediazione di Nicola di Flüe, orientata verso il dialogo tra le parti, scongiura il ricorso alle armi e permette di stipulare accordi soddisfacenti per tutti. “Fratello Nicola” muore a Ranft, odierna meta di devoto pellegrinaggio, nel 1487, amato da tutto il popolo. Viene invocato da chi soffre di gastrite.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”