Parlo a voi, docenti cristiani!
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CI STIAMO AVVIANDO INESORABILMENTE VERSO L’AUTO-ESTINZIONE DELLA NOSTRA CULTURA
Stupendo! Ci stiamo avviando inesorabilmente verso l’auto-estinzione della nostra cultura, della lingua italiana, della fede cristiana, dei valori, delle tradizioni: la nostra civiltà procede alla grande – ed in maniera forse irreversibile – verso l’oblio e il baratro… Cosa ci manca ancora? A scuola ormai processiamo e sospendiamo le maestre se solo fanno recitare agli alunni una semplice preghiera, stacchiamo i crocifissi dai muri perché offendono non si sa bene chi e né perché, aboliamo il presepe perché è cattolico, in nome della scuola laica togliamo i canti natalizi dalle recite o sostituiamo il nome di Gesù Bambino (vuoi mettere befana-mia-befana o l’insuperabile babbo natale?), e ci apprestiamo adesso a cambiare i connotati ed a ritinteggiare la Cappella Sistina perché è razzista (persino il dito del Creatore è bianco!).
Ma sappiamo fare anche di meglio… cancelliamo i termini mamma e papà perché è ora di dire basta agli stereotipi e al patriarcato, meglio genitore 1, genitore 2, magari 3 e 4; finiamola pure di dichiararci maschio e femmina – come Dio ci creò – perché tutti fluidi dobbiamo essere oggi che abbiamo la possibilità di scegliere fra 57 generi!
Se poi non bastasse, eliminiamo pure i vecchietti con l’eutanasia: essi non soffriranno, non si accorgeranno di nulla, noi avremo meno costi sociali e, magari, anche la possibilità di accedere all’ eredità. Cos’altro rimane? Nulla, se non consideriamo quei “grumi di sangue” da sopprimere nel grembo materno, così saremo certi di non avere in futuro fastidiosi bambini fra i piedi a stravolgere i nostri progetti futuri; avremo anche beneficato l’umanità perché sarà stato impedito di nascere a milioni di vite che andrebbero a respirare ed inquinare il nostro bel pianeta Terra.
AI FORTUNATI BAMBINI
Ai fortunati bambini che riusciranno ad affacciarsi al mondo, insieme alla masturbazione cominciamo ad insegnare a scuola anche l’uso della pillola contraccettiva: almeno, cresceranno finalmente già edotti sui nuovi canoni della moderna civiltà e potranno dirsi perfettamente al passo coi tempi. Se da adulti essi vorranno avere bambini, il problema non si porrà: esistono specialissime cliniche (anche umane) per fabbricarli su ordinazione, secondo i loro desiderata.
Infine, evitiamo accuratamente di convolare a nozze in chiesa e festeggiamo allegramente le convivenze (tanto, al giorno d’oggi, vuoi ancora credere nella Chiesa, ai Sacramenti o ai preti?).
E poi…meraviglioso! Perché non offrire a scuola, in nome dell’ inclusione, aule per poter pregare e svolgere riti di culture altre? Vero, “la scuola è laica” ma vale solo per i Cristiani: chiudiamola, allora, nei giorni festivi delle altre religioni per poterci meglio integrare con gli ospiti, adeguiamo pure le mense scolastiche ai loro cibi (tanto noi cristiani, a scuola, potremmo mangiare carne anche il venerdì di Quaresima).
Infine, questa lingua italiana! Le sue desinenze maschili e femminili…perché non togliere le vocali finali dalle parole e sostituirle con una più efficace schwa? Cosicché, in epoca gender-fluid, non si debba mai pensare che ci si riferisca ad una donna o ad un uomo. E riduciamo a carta e stracci pure la Treccani, perché ormai è chiaro che la lingua italiana è rimasta solo retaggio di anziani (o boomer, come si chiamano oggi)! Molto meglio, più attuale, esprimersi per sigle che, specialmente per le parolacce, sono un autentico balsamo!
Carissimi: abbiamo una civiltà da riscrivere, rigo per rigo.
È necessario tornare ad essere fieri di essere italiani, di festeggiare il Natale Santo, di cantare Tu scendi dalle stelle e Ninna nanna Gesù! Ma avete mai insegnato voi? Avete mai colto l’espressione dei bambini quando spiegate loro le ragioni della nostra fede? Avete mai avuto la fortuna di sprofondare nei loro sguardi e di leggere l’innocenza nei loro occhi? Di ammirare la loro capacità di stupirsi, di desiderare l’incontro meraviglioso con Gesù il giorno della loro prima Comunione?
Li avete mai invitati ad andare in chiesa, con le loro mamme, a fare 20 minuti di preghiera e di Adorazione silenziosa dinanzi al Santissimo Sacramento?
Io, docente per tanti anni, ora catechista, l’ho fatto: vi assicuro che non ho mai sentito così forte la potenza della preghiera silenziosa di bambini che, in ginocchio, trattenevano anche il respiro consapevoli di trovarsi faccia a faccia con il loro Re! Quei bambini che a scuola mi hanno poi raccontato di aver provato una gioia inimmaginabile nel cuore… Per favore, provateci! Forse, allora, vedrete in trasparenza, con chiarezza, il loro animo di bambini e smetterete di farvi – seppur costretti – divulgatori di penose teorie sulla fluidità e di comportamenti che vanno a turbare la loro sensibilità di piccoli.
Parlo a voi docenti cristiani: so che ancora siete in tanti e che molti di voi testimoniano ogni giorno a prezzo di derisione, di umiliazioni e di oltraggi. Non abbiate paura!
Non arretrate neanche di un passo dinanzi al nuovo (demone) che avanza, non rinnegate voi stessi, la vostra identità, non barattatela con le nuove ideologie di matrice satanica.
E se la famiglia non può, perché divisa o addirittura inesistente, siate voi i custodi dei vostri alunni. Ve lo chiedo nel giorno prezioso di San Giuseppe!
Non sono nostalgica: sono realista, ed ho verificato che tanti cristiani esistono ancora e non sono disposti ad essere relegati nelle catacombe di una scuola che, troppo spesso, giace sotto i diktat che provengono dall’alto. “Non conformatevi alla mentalità di questo mondo”, scriveva San Paolo duemila anni fa. E anche se vi dovessero stravolgere le discipline, se vi usassero come tappabuchi o come completamento d’orario, potete continuare ad insegnare Gesù con qualsiasi materia: insegnate Dio con la migliore letteratura, con l’anima dei nostri poeti, attraverso la sublimità della Divina Commedia. Insegnate Dio con la matematica, con la grandezza dei numeri, con la perfezione del cosmo, insegnatelo con la geografia meravigliosa del cielo, con la scienza insegnando a guardare la bellezza del creato e delle sue creature, studiando la perfezione del corpo umano, del DNA in cui sono impressi in maniera indelebile le nostre caratteristiche; insegnate Dio con la melodia della musica, quella che talvolta eguaglia il canto eccelso degli angeli.
Non vi arrendete, non soccombete se vogliono riscrivere i vostri connotati di docenti con corsi mirati ad indottrinare. Sappiate vedere oltre…oltre anche quei miseri incentivi che sembrano tanto il piatto di lenticchie di Esaù.
Ne proverete una gioia immensa e, insieme a grazie e benedizioni, la gratitudine futura dei vostri alunni sarà il vostro lasciapassare per l’eternità. Ricordate che chi salva una vita salva l’intera umanità. Goccia a goccia si scava la roccia. Sia la vostra fede come quella goccia che scava voragini di misericordia e traccia vie di salvezza per tutti i bambini.