La Chiesa e la sua dialoghite acuta
di Pietro Licciardi
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DOPO IL DIALOGO COI COMUNISTI, I PAGANI E GLI ERETICI, E’ LA VOLTA DEI “FRATELLI” MASSONI
In questa epoca malata neppure la Chiesa se la passa troppo bene, affetta com’è da una serie di gravi patologie. Una è la dialoghite acuta, che sembra colpire in particolare le gerarchie ecclesiastiche: ovvero il desiderio inconsulto e incomprimibile di dialogare con chiunque, anche con coloro coi quali il dialogo è a priori controproducente o impossibile.
Una malattia che si è manifestata già da tempo, all’indomani del Concilio Vaticano II, che inaugurò una fase di apertura nei confronti del comunismo e che causò diverse metastasi: dai preti operai, alla teologia della liberazione, ai cosiddetti cattocomunisti. Un dialogo che naturalmente non scalfì e umanizzò minimamente l’ideologia marx-leninista e gramsciana ma al contrario convertì non pochi laici ed ecclesiastici alla lotta di classe.
Un ulteriore aggravamento c’è stato con la non ancora conclusa fase del dialogo interreligioso, che ha portato alle processioni con idoli pagani dentro San Pietro e le statue dell’eretico Martin Lutero nei giardini vaticani.
L’ultima manifestazione di questa patologia è il seminario che si è svolto il 16 Febbraio a Milano organizzato dal Gris (Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa) e al quale hanno partecipato l’arcivescovo di Milano Mario Delpini, il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente emerito del Pontificio consiglio per i testi legislativi, e il teologo francescano Zbigniew Suchecki. Dall’altra parte, i tre Grandi Maestri delle tre logge italiane: Stefano Bisi per il Grande Oriente d’Italia (Goi), Luciano Romoli per la Gran Loggia d’Italia degli ALAM (Gldi) e Fabio Venzi per la Gran Loggia Regolare d’Italia (Glri).
L’incontro si è svolto a porte chiuse e non sappiamo di cosa si è discusso. Vogliamo sperare che gli eminenti prelati abbiano avuto modo di svolgere una densa e completa sessione di catechismo ai “fratelli” i quali evidentemente non conoscono appieno il cattolicesimo e le sue esigenze sacramentali e morali. Se così non fosse non si spiegherebbe il desiderio di trovare una convergenza là dove la convergenza è impossibile, procedendo – la Chiesa cattolica apostolica romana e la Massoneria – su binari opposti e paralleli.
Purtroppo manca lo spazio per esporre anche solo sinteticamente quanto i “fratelli” massoni siano stati fedeli e coerenti nella loro guerra totale e senza esclusione di colpi alla Chiesa cattolica, la quale del resto ha preso atto della continua e irriducibile cospirazione massonica introducendo nel proprio Codice di diritto Canonico il canone 2335 che tradotto recita: Coloro che si iscrivono alla Setta Massonica e ad altre associazioni dello stesse genere che macchinano contro la Chiesa e contro le autorità civili, incorrono ipso facto nella scomunica riservata alla Sede Apostolica.
Del resto la Massoneria non è una comune società filantropica – come cerca di spacciarsi – bensì una società iniziatica. Sia tra i muratori medievali, sia tra i Templari, si infiltrarono persone legate a culti gnostici e manichei. Il manicheismo è il vero segreto della Massoneria comparsa nel 1717, il quale crede nell’esistenza di due divinità avversarie: il Dio del bene e il Dio del male. In tal modo i Manichei equiparavano il Diavolo con Dio. I massoni profondamente iniziati adorano o venerano il Diavolo; credono anche in Dio, ma preferiscono il Diavolo.
Come spiega l’esperto padre Paolo Siano dei Francescani dell’Immacolata l’essenza della massoneria e della “Luce” (o “gnosi”) massonica consta almeno di tre elementi inscindibili: l’umanesimo soggettivista, che vuole svincolare l’Uomo da dogmi, rivelazione divina e leggi ecclesiastiche; la ritualità iniziatica, ovvero la magia, che pretende di sacralizzare lo spazio, il tempo e gli iniziati della loggia; l’ esoterismo gnostico, che farebbe risvegliare nel massone la propria natura divina.
E già questo basta e avanza per chiudere ogni discorso. Ma purtroppo abbiamo motivo di credere che l’incontro a porte chiuse si sia svolto con ben altri intenti del riportare le pecorelle smarrite entro il sacro recinto, nel quale peraltro si troverebbero assai sole dal momento che anche per effetto della dialoghite chi era dentro un po’ alla volta se ne sta andando e chi è fuori non ci pensa nemmeno ad entrare.
Attendiamo con apprensione ulteriori manifestazioni della dialoghite.
Il GRIS,spesso vede il diavolo dove non c’è e poi lo propaga con questi penosi e pericolosi incontri….
Tobia