Navalny? É morto per un coagulo di sangue (parola di un ucraino)
di Gianni Toffali
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LE AUTORITÀ CARCERARIE RUSSE, AVEVANO FATTO RIFERIMENTO AD UN’EMBOLIA E POI AD UNA TROMBOSI
Dopo il totoscommesse sulla morte di Alexei Navalny: gasato con il gas nervino; avvelenato con il Novichok; pestaggio collettivo; pugno nel cuore, a rovinare la festa del “ha stato Putin” travestito da secondino o infermiera, non ci ha pensato un cattivissimo russofono, ma nientepopodimeno che, Il capo della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraina.
Il rompitore d’uova del paniere anti russo ed anti Putin, Kirilo Budanov ha dichiarato che “Potrei deludervi, ma quello che sappiamo è che è morto davvero per un coagulo di sangue. Questo non è stato preso da internet, ma, sfortunatamente si tratta di morte naturale”.
Le autorità carcerarie russe, avevano fatto riferimento ad un’embolia e poi ad una trombosi, quindi una tesi compatibile con la presenza di un coagulo di sangue. Qualsiasi sano di mente, dopo il successo mondiale dell’intervista di Tucker Carson a Putin, dovrebbe chiedersi cosa avrebbe giovato al capo del Cremlino oscurare la “riqualificazione” della conversazione storica con il giornalista americano, uccidendo un suo oppositore.
Non è che per caso, com’è accaduto con il sabotaggio del gasdotto North Stream, prima si accusano i russi e poi si scopre che sono stati gli americani? È complottista ipotizzare che Navalny, sia stato fatto fuori dai nemici interni di Putin?
“A pensar si fa peccato, ma spesso si indovina” diceva il buon Andreotti, e considerando la potenza penetrativa e camaleontica dell’intelligence a stelle e strisce, il dubbio è legittimo.