A cosa serve credere in Gesù se si ragiona da pagani?
di don Ruggero Gorletti
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COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO
Sabato della prima settimana di Quaresima
Matteo 5,43-48
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
COMMENTO
Se il nostro modo di ragionare (e quindi, di conseguenza, il nostro modo di vivere) è lo stesso modo di ragionare e di vivere di chi non è cristiano, a cosa serve credere in Gesù? Se sui grandi temi della vita (la difesa della vita dal concepimento al termine naturale, la famiglia, l’educazione dei bambini, l’uso della sessualità, l’economia, eccetera) il pensiero dei cristiani è simile a quello del mondo, non serve a nulla essere cristiani.
Se la Chiesa parla come parlano tutti, non si capisce a cosa serva. Il nostro modo di pensare (e quindi di vivere) deve essere quello che ci insegna Dio, non quello che ci propaganda il mondo! Pensare e agire come fanno tutti ci rende inutili e facciamo la fine del sale che perde il sapore e che quindi viene gettato via e calpestato dagli uomini. Ed è proprio quello che oggi spesso succede.