Quante volte ci esponiamo al male e non lo vediamo neppure?

Quante volte ci esponiamo al male e non lo vediamo neppure?

di Giuliva Di Berardino

IL VANGELO DEL GIORNO COMMENTATO DA UNA TEOLOGA LITURGISTA

Sabato 3 febbraio 2024

Mc 6, 30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Nel Vangelo di oggi gli apostoli, per invito del Maestro, si imbarcano verso un altro luogo, ma, purtroppo, si vedono preceduti dalla folla e non possono riposare, come avrebbe desiderato Gesù. Anche noi spesso ci accorgiamo che Dio desidera per noi la pace, il riposo dalla fatica, ma la vita ci mette davanti altre situazioni e, come ha fatto Gesù in quella circostanza che, preso dalla compassione per quelle persone scese dalla barca e andò loro incontro, dovremmo fare anche noi. Nonostante avesse dichiarato il suo desiderio che gli apostoli fedeli potessero godere in solitudine il dovuto riposo, Gesù non ordina loro di far cambiare direzione alla barca fino a quando si trovasse un posto più tranquillo. No! Egli scende dalla barca e sta con la gente, perché Gesù è il buon pastore, anzi, il bel pastore che ha compassione di tutti noi, quando siamo presi dagli imprevisti, quando ci ritroviamo stanchi e provati. Gesù ci vede e ci salva! Quante volte ci esponiamo al male e non lo vediamo neppure? Del resto, quelle persone che seguivano Gesù, e anche i suoi apostoli, non sapevano di essere come delle pecore senza pastore, ma Gesù ha capito il loro bisogno più profondo ed è sceso dalla barca e gli apostoli hanno vissuto questo cambiamento immediato del desiderio di Gesù: prima il riposo per i suoi discepoli stanchi, poi il sacrificio, la rinuncia di quel riposo, per poter prendersi cura delle altre persone. Contempliamo oggi l’esempio di Gesù, che ci insegna come, per realizzare questo Suo desiderio di pace per tutti, è necessario che noi ci prendiamo cura l’uno dell’altro! E’ necessario far circolare la carità tra noi, perché possiamo sentire che tra noi c’è il Pastore bello che ci raduna, il Pastore buono che ci ama. La liturgia oggi ci fa ricordare San Biagio, medico e vescovo di Sebaste vissuto nel III-IV secolo, ricordato dal culto con una particolare benedizione della gola, dato che con la sua benedizione guarì un piccolo bambino in fin di vita a causa di una lisca bloccatasi in gola. Affidiamoci alle sue preghiere e anche a quelle di San Oscar vescovo di Danimarca e di Svezia, detto “l’apostolo del nord”, che oggi la liturgia ci fa ricordare insieme a San Biagio. Che le preghiere di questi due grandi vescovi santi ci possano far scendere dalla barca delle nostre comodità, e ci spingano a prenderci cura dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, come ci ha insegnato oggi Gesù.

Subscribe
Notificami
0 Commenti
Oldest
Newest
Inline Feedbacks
View all comments