Seguire Gesù costa sacrificio, ma dona gioia e pace
di don Ruggero Gorletti
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COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO (GIOVEDÌ 1° FEBBRAIO 2024)
Dal vangelo secondo Marco 6, 7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
COMMENTO
«Proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano». I discepoli sono inviati a proclamare che la gente si converta. Convertirsi significa cambiare strada, abbandonare la via del peccato, che progressivamente allontana da Dio, e allontanandoci da Dio ci immerge nel male. Dice il brano che i discepoli scacciavano i demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano: con la conversione la vita migliora, perché la conversione ci fa recuperare quella somiglianza con Dio con la quale siamo stati creati. Per questo ciascuno di noi ritrova davvero se stesso nel momento in cui, pentito e perdonato da Dio, torna ad assumere quella somiglianza con il Creatore, quella somiglianza che il peccato aveva deturpato. Abbandonare il peccato e incamminarsi con decisione sulla strada che Dio ci indica costa sacrificio, ma ci da quella gioia e quella pace del cuore che nulla ci potrà togliere.